Siamo diversi

07.08.2012 11:29

La caratteristica che contraddistingue gli esseri umani è la diversità, termine di reciprocità  come fondamento dell’agire quotidiano nell'instaurare le relazioni sociali. Questa diversità si evidenzia sin dal primo momento della costruzione dell'identità personale e si realizza in maniera progressiva e dinamica, ma anche in modo cangiante, multiforme e contrapposta. Per questo, diversità ed identità vanno considerate secondo rapporti di reciprocità, di inclusione e di dialogicità. La diversità non è altro che l’identità che si delinea sia rispetto a se stesso in situazioni e momenti differenti di esistenza, sia rispetto alle altre persone, sia, ancora, rispetto ai modelli culturali di riferimento.

In questo senso,  l’identità e la diversità non possono non interagire con le istanze di partecipazione, di negoziazione e di duttilità, tipicamente umane.

 I più importanti significati di questa stretta convergenza sono:

1. Scoprire l'altro come detentore dei nostri stessi diritti, il che richiede la maturazione del senso di reciprocità.

2. Conoscere meglio se stessi, dal momento che i più alti livelli di autoconsapevolezza si possono raggiungere soltanto se consideriamo i messaggi e gli input che ci vengono dagli altri, sui quali costruiamo sin dai primi livelli la percezione, l’autocoscienza e l’autostima.

3. Comunicare e negoziare conoscenze e significati, che è un altro essenziale aspetto del processo di relazioni attraverso l'incontro con l'altro.

Il riconoscersi, nel disconoscersi dell'incontro, restituisce momenti di felicità intima, perché ognuno cambierà diventando se stesso e declinandosi nell'altro.

Le diversità culturali aprono l'orizzonte delle pluralità umane nel distinguersi dalle singolarità dei soggetti che agiscono e che pensano.

La diversità culturale autentica vive nelle relazioni interpersonali spontanee, nei canali dialogici, negli stili di vita, per la valorizzazione di una società ricca di differenze, di varietà e diversità in un mondo multirazziale e multilaterale, nell’insieme di valori che prevedono i diritti inalienabili e imprescindibili delle persone, sanciti dalle carte costituzionali democratiche, con una limitazione del potere politico, nella libertà della ricerca scientifica e della creazione artistica.

Il presupposto ed il fondamento della diversità culturale è la persona, in quanto singolarità irripetibile da cui si realizzano la famiglia, le comunità, le associazioni, le istituzioni e le relazioni umane.

In contrapposizione la storia del potere è costituita da centralizzazione, uniformazione ed espansione burocratica, di centri unici di comando, nel confine e nel limite che disconoscono il valore della diversità, nella concezione di un’uniformazione e un’omogeneità costituita da politiche piramidali.

L'uniformazione delle culture e dei popoli contrasterebbe l'evoluzione dell'umanità, mentre la differenziazione, la multilateralità, l'apertura al mondo, sono valori imprescindibili.

In un’economia che è sempre più fine a se stessa, la diversità culturale e biologica non trova spazio, schiacciata come è dall’aggressività della specie umana. È per questo che l'imposizione di un unico modello di vita e di trasformazione all’intero pianeta, quello imposto dalle esigenze di continua crescita delle moderne società occidentali, la monocultura estesa a tutto, minaccia di provocare a lungo andare l’autoestinzione della specie umana.

Lo straniero non ha un luogo, non si sente mai a casa propria, coinvolto in un'appartenenza fragile e ambigua dell'essere altrove, nella volontà di non essere assimilato, nell’erranza, dove il singolare ed il molteplice tornano ad unirsi in una pluralità irriducibile.

Occorre una pluralità di sovranità, in un'unione libera di persone e comunità che rispondano ai problemi della crisi del potere.

Angela Baldi