Articoli di attualità e politica

Le tre regole d'oro


1. Pensare positivamente di tutte le cose
Dato che negli ultimi tempi si è parlato molto della grande importanza del pensiero positivo, non occorre che io mi dilunghi troppo. È stato dimostrato che i pensieri positivi agiscono sulla salute corporea, per esempio rafforzando il sistema immunitario. Questo atteggiamento di pensiero non è quindi una regola atta a condurre una vita migliore (nel senso della morale o della religione), ma un elemento sicuro e importante per favorire la salute del corpo e dello spirito.
Abbiamo così un atteggiamento di base positivo e, in tutte le situazioni che si presentano, siamo pronti a vedere l’occasione in essa contenuta, e a metterla in pratica. Il che non significa vedere tutto con gli occhiali rosa, anzi: invece di focalizzarci soltanto sul negativo, guardiamo tutti e due i lati della medaglia e possiamo renderci conto delle nostre possibilità.

2. Non dimenticarsi mai di ringraziare

La gratitudine può essere un sentimento basilare ed è importante ricordarsene sempre. L’energia deriva dall’attenzione: se noi siamo consapevoli della gratitudine, inviamo le vibrazioni corrispondenti e attiriamo al tempo stesso vibrazioni analoghe, il che significa che si creeranno sempre più situazioni per le quali potremo a buon diritto esser grati.

Certe persone mancano dell’atteggiamento di base positivo: devono quindi rivolgere la loro attenzione a cose per le quali possono essere grate, anche se si tratta di piccole. Alcuni ritengono che, nella loro vita, non ci sia niente, ma proprio niente, per cui debbano essere grati: dovrebbero riflettere sul fatto che si può essere grati anche del semplice vivere, giorno dopo giorno.

3. Non brontolare

Se invece di essere grati si trova sempre qualcosa da ridire su tutto, questi pensieri e sentimenti negativi diventano vibrazioni che vengono emanate, producendo così situazioni che portano di nuovo a brontolare. Se stiamo sempre a pensare: “Mi trovo in difficoltà”, “Questo non mi piace”, “Non ce la faccio”, “È troppo difficile”, “È faticoso”, e così via, attireremo sicuramente situazioni difficili, sgradevoli, faticose.…

Ma anche a noi stessi farà molto bene questa consapevolezza e nel pensare. Parole e pensieri infatti hanno in primo luogo effetto su di noi ......(Mary Hopper)

 

 

 

 

La creatività

 

La creatività è una grande potenza che l’uomo di oggi non invita più ad esistere dentro di sé, ed escludendola, spegne l’intera luce della sua esistenza. Ecco perché in fondo stiamo male, perché ci sentiamo soffocare, perché siamo sempre più depressi e irritabili, ecco perché in ognuno di noi ristagna l’infelicità che sempre più s’impadronisce di ogni nostra cellula, fino a trasformarsi anche in malattia; l’uomo di oggi è malato.
Questa è una verità della quale dobbiamo ammetterne l’esistenza. Solo vedendo la nostra ferita, possiamo guarirla. Altrimenti, continuare a non vederla, ci porterà alla distruzione totale del senso della vita stessa. Non dobbiamo certo spaventarci di questo fatto, ma dobbiamo semplicemente esserne coscienti: sarà un inizio di luce!

Essere creativi, è dare vita ad una energia di luce che guarisce l’anima.

Avvicinarsi alla creatività non significa saper dipingere, o saper scolpire, o saper suonare o danzare… anzi!… È solo avere il coraggio di immergersi nella vibrazione di un colore che sentiamo particolarmente, è sentirne il profumo, …essere quel colore! …E’ solo prendere un pezzo di argilla e dare qualsiasi forma, è diventare l’argilla stessa!…E’ semplicemente prendere un tamburo e suonare all’impazzata!…. È sapersi liberare dalla mente, per essere veramente ciò che siamo, e non il surrogato della società!

Attraverso la creatività, che diventa l’essere divini, scopriremo i nostri talenti, perché ogni uomo, consapevole o meno, ne ha almeno uno. E, attraverso tutto questo, scopriremo finalmente quella “luce” che vive assopita dentro al nostro cuore! Abbiamo bisogno di “incontrarci”, di incontrare “noi” con “noi stessi”, di “riconoscerci” e scoprire, così, di avere un mondo di bene e che ogni uomo potrà donarlo all’altro uomo nello scambio di un infinito amore!

Questo è Dio che pulsa dentro di noi

Riconoscere ed entrare nella propria creatività significa dar voce alla propria espressione d’amore…..ed è un amore che ti inebria…(Mary Hopper)
 

 

 

 

 Come “allargare” il campo d’azione del cervello con uno sforzo creativo

 

L’équipe guidata dal prof. Sperry, neurofisiologo premio Nobel per la medicina, ha approfondito gli studi sul cervello, confermando la “specializzazione emisferica”; da vari esperimenti è risultato che l’emisfero destro elabora i dati in modo rapido, spaziale, non verbale, sintetico e globale. L'emisfero sinistro, al contrario, analizza i particolari, scandisce lo scorrere del tempo, programma, svolge funzioni verbali, di calcolo, lineari e simboliche. Le differenti funzioni svolte dai due emisferi, devono, ovviamente, integrarsi a vicenda, permettendo così di percepire ed elaborare la realtà nella sua completezza. Un soggetto che osserva un arbusto, ad esempio, può, grazie all’emisfero sinistro, riconoscere il tipo di albero e, grazie all’emisfero destro, percepire di trovarsi in un bosco.
La cultura occidentale e il conseguente sistema educativo (e lavorativo) tendono a prediligere l’impiego e lo sviluppo dell’emisfero sinistro, trascurando, il più delle volte, quello destro. Gli esercizi più frequentemente posti ai ragazzi, infatti, rappresentano problemi a soluzione chiusa, che richiedono abilità di calcolo e ragionamento, coinvolgendo molto raramente (per non dire mai) l’intuizione e l’immaginazione. L'emisfero destro, invece, sembra rivestire un ruolo centrale nella genesi degli atti creativi: grazie all’impiego delle sue qualità riusciamo, infatti, a “rompere” gli abituali schemi di pensiero ed avventurarci in territori sconosciuti. Non è corretto, tuttavia, pensare che l’emisfero destro costituisca l’esclusiva localizzazione della creatività; l’atto creativo, come più volte accennato, è un processo complesso che richiede un’equilibrata interazione ed integrazione delle abilità peculiari di entrambe le parti del cervello. Quando ci impegnamo a “risolvere” un esercizio creativo il nostro cervello cerca di seguire le connessioni “già sperimentate” (i percorsi conosciuti), che altre volte hanno permesso di raggiungere la soluzione. Grazie ad uno sforzo creativo , il cervello comincia ad “allargare” il campo d’azione stabilendo sinapsi “marginali”, “divergenti”, riuscendo a creare percorsi cognitivi inesplorati. La prossima volta che nel nostro ambito lavorativo, ricreativo o familiare, ci verrà posto un problema che richiede una soluzione innovativa, cerchiamo di lasciar correre liberamente le sinapsi, proviamo ad immaginare, senza alcuna censura, tutte le possibili alternative e … la soluzione non dovrebbe tardare!
Una musica appropriata come i due cd che vi segnaliamo possono essere un mezzo per favorire il rilassamento e l'aumento dell'attività dell'emisfero destro del cervello responsabile dell'attività immaginativa e creativa, con diminuzione del lavoro dell'emisfero sinistro, sede del linguaggio, del pensiero razionale e della capacità di calcolo.
Musiche a 432 Hz per armonizzare e per il benessere psicofisico:
https://www.ilgiardinodeilibri.it/newsletter/il-potere-curativo-della-musica.htm

La meditazione

 

La mente ha bisogno di serenità e la desidera ardentemente. Meditare non vuol dire soltanto indurre la mente a pensare che sta meditando. La meditazione è, letteralmente, l’incarnazione della verità e della fede. È nella purificazione della mente che si rivela l’emancipazione.
Nella mia vita, la pratica della meditazione costituisce un mezzo potente. A volte mi capita di scrivere per ore e tutto scorre come per magia. Ma poi ci sono dei momenti in cui non ho più parole. Vorrei scrivere, e invece non accade niente. Anche se lo desidero ardentemente, non sono in grado di farlo.
Ho imparato che, in quei momenti, è meglio che mi allontani dalla macchina per scrivere e me ne stia seduto, tranquillo, con gli occhi chiusi, in uno stato di abbandono. Non so a cosa mi abbandono, ma semplicemente mi lascio andare e tento di purificare la mia mente. Poi, dopo un pò di tempo trascorso in tranquilla meditazione, mi sembra di attingere a una specie di fonte di ispirazione, e scrivo una pagina dopo l’altra senza sapere assolutamente da dove mi arrivi. È l’atto di chiudere gli occhi e cercare di rasserenarmi che mi dà la capacità di attingere a una fonte di ispirazione. E la parola “ispirazione” viene da “spirito”.

Questa è fede. Questa è grazia. In virtù della conoscenza posso letteralmente affrontare me stesso con uno spirito di serenità, e quello che cerco verrà attratto verso di me.

Questa è l’energia che nasce dalla manifestazione della propria essenza divina, e si palesa frequentemente quando la mente è tranquilla.

Soltanto la mente tranquilla, infatti, può mettersi in contatto con la verità.

Meditiamo aiutandoci con delle musiche appropriate per entrare in contatto con quella parte di noi che è verità. L’atteggiamento di abbandono ci aiuta a usare la verità nella ricerca quotidiana. Questo vale anche per la fede. (Mary Hoffer)

 

 

IL PENSIERO LATERALE

 

Il cervello è in grado di guidarci naturalmente e senza sforzo verso ciò che ci fa star bene. Come è possibile?
Alla base di questo processo c'è il concetto di pensiero laterale, teorizzato da Edward De Bono, scrittore maltese considerato una delle massime autorità mondiali nel campo del pensiero creativo, già professore a Cambridge, Oxford, Harvard, Londra.
Che cos'è il pensiero laterale?
La capacità innata di usare le energie della natura
Il pensiero "laterale" fa appello a capacità più profonde del cervello. In presenza di un evento difficile o doloroso, non mi concentro sul problema cercando di "capirlo", ma ne ascolto le risonanze emotive, senza giudicarle. Cosa provo? Accolgo le emozioni, le lascio arrivare senza commenti. Poi l'attenzione, spontaneamente, si distoglie, si distrae: osservo il mondo, ne ascolto i suoni e i rumori... Lascio affiorare in modo spontaneo un ricordo, un'immagine... scatta il lampo e un'associazione di idee... Pur sembrando meno diretto, in realtà arriva alla soluzione prima e meglio: il cervello, libero dai soliti schemi mentali, ritrova il legame con le forze naturali e fa scattare intuizioni risolutive.
Il pensiero "verticale" blocca il cervello con una catena di perché.....
Il pensiero "verticale" consiste nella ricerca ossessiva di spiegazioni, cause e soluzioni per via "razionale". Ad esempio: scopro che un collega parla male di me, o temo che il partner mi tradisca? La mia mente è sopraffatta dal problema: cerco di capire perché è successo, di chi è la colpa, chi ha sbagliato... Affiorano rimpianti, rimorsi, rancore. Ma non ne vengo a capo. Allora cerco una soluzione, col risultato che nessuna mi soddisfa: «Devo agire. No, è meglio aspettare. Mi vendico. No, faccio il superiore. Forse devo chiedere consiglio. No, me la devo cavare da solo...». Si innesca un percorso tortuoso di considerazioni che non risolvono il problema ma lo amplificano, fino a trasformarlo in una palude.
Lascia libero il tuo cervello
Occorre semplicemente star lontani dalle elucubrazioni, dal farsi troppe domande, dal chiedersi il perché di ciò che è accaduto, dal cercare spiegazioni. Questa è la parte superficiale, logica e deduttiva delcervello. Utile in certi casi, ma non quando abbiamo a che fare con noi stessi. Nel suo nucleo più profondo il cervello non funziona così: agisce per associazioni inaspettate, per immagini che sgorgano spontanee mettendo in luce nessi prima invisibili.
Risolve i problemi non "concentrandosi", come in genere si crede, ma "distraendosi" .
L'ascolto di musiche appropriate (vedi link allegato) puo' aiutarci e lasciare che le immagini si producano spontaneamente e a guidarci alla meta......( Mary Hoffer )

https://www.macrolibrarsi.it/autori/_swamy.php

https://www.macrolibrarsi.it/musica/__pure-relax-cd.php

(2 foto)

 

Foto

 

Nel corso della vita...

 

 

Foto: Nel corso della vita capita di sentirsi inadeguati quando il nostro stile di vita o il nostro modo di vedere la realtà (e di comunicarlo) non sono approvati da coloro che ci circondano. 
Esistono tante situazioni sociali che agiscono da moltiplicatore di questo senso di disagio e forme di comunicazione che spingono verso l'adeguamento nei confronti delle convinzioni altrui: « Ma dai, la pensiamo tutti così... Sei l'unico a dire queste cose... Se la pensi così non ti lamentare se poi rimarrai solo».
Aderire in modo acritico è sempre sbagliato
In questi casi il mondo può sembrare ostile e disposto a isolarci, sentiamo su di noi una forte pressione per aderire a modelli e schemi di condotta e comunicazione condivisi. 
La tentazione di adeguarci è forte: perché no? Tutto sommato, eviteremmo i nsicurezza e ansia. E allora perché sentiamo montare dentro di noi un forte disagio? Il malessere che proviamo, in realtà, è sintomo di qualcosa che dentro di noi non accetta di aderire a quello che la ragione vorrebbe imporci, cioè adeguarsi. Così, ci sentiamo contraddittori...
Attenzione: questo disagio, questa contraddizione non è un segnale di fragilità interna, ma di forza. 
Contrariamente a quello che si ritiene di solito, la contraddizione è una caratteristica della psiche umana e una fonte di trasformazione interiore. 
È una forza che abita dentro di noi e ci spinge in avanti, verso l' autorealizzazione. Se l'accettiamo, la nostra energia interiore si farà strada e prenderà forma con la giusta domanda: che cosa può farmi il mondo? E con la giusta risposta: nulla, perché non abbiamo paura. 
Alcuni potranno forse ridere di noi ma alla lunga la nostra indifferenza li farà dubitare del loro potere e quindi ci lasceranno andare per la nostra strada.
Più spazio alla voce interiore
Non mostriamo mai di temere l'opinione della gente, ma nemmeno la nostra. Non inchiniamoci di fronte a convenzioni che ci appiattiscono ma usiamo correttamente la capacità di comunicazione di cui disponiamo per affermare la nostra autonomia. 
Soprattutto, approfittiamo dell'occasione per guardarci dentro. Nella profondità del nostro essere, infatti, abbiamo tutto ciò che occorre per essere pienamente armonici e in sintonia con noi stessi e i nostri pensieri.
Musica consigliata per il Benessere accordata a 432 Hz per il relax e per guardarci dentro:
https://www.macrolibrarsi.it/musica/__therapeutic-relaxing-grand-piano-live-in-london-432-hertz.php


Nel corso della vita capita di sentirsi inadeguati quando il nostro stile di vita o il nostro modo di vedere la realtà (e di comunicarlo) non sono approvati da coloro che ci circondano.
Esistono tante situazioni sociali che agiscono da moltiplicatore di questo senso di disagio e forme di comunicazione che spingono verso l'adeguamento nei confronti delle convinzioni altrui: « Ma dai, la pensiamo tutti così... Sei l'unico a dire queste cose... Se la pensi così non ti lamentare se poi rimarrai solo».
Aderire in modo acritico è sempre sbagliato
In questi casi il mondo può sembrare ostile e disposto a isolarci, sentiamo su di noi una forte pressione per aderire a modelli e schemi di condotta e comunicazione condivisi.
La tentazione di adeguarci è forte: perché no? Tutto sommato, eviteremmo i nsicurezza e ansia. E allora perché sentiamo montare dentro di noi un forte disagio? Il malessere che proviamo, in realtà, è sintomo di qualcosa che dentro di noi non accetta di aderire a quello che la ragione vorrebbe imporci, cioè adeguarsi. Così, ci sentiamo contraddittori...
Attenzione: questo disagio, questa contraddizione non è un segnale di fragilità interna, ma di forza.
Contrariamente a quello che si ritiene di solito, la contraddizione è una caratteristica della psiche umana e una fonte di trasformazione interiore.
È una forza che abita dentro di noi e ci spinge in avanti, verso l' autorealizzazione. Se l'accettiamo, la nostra energia interiore si farà strada e prenderà forma con la giusta domanda: che cosa può farmi il mondo? E con la giusta risposta: nulla, perché non abbiamo paura.
Alcuni potranno forse ridere di noi ma alla lunga la nostra indifferenza li farà dubitare del loro potere e quindi ci lasceranno andare per la nostra strada.
Più spazio alla voce interiore
Non mostriamo mai di temere l'opinione della gente, ma nemmeno la nostra. Non inchiniamoci di fronte a convenzioni che ci appiattiscono ma usiamo correttamente la capacità di comunicazione di cui disponiamo per affermare la nostra autonomia.
Soprattutto, approfittiamo dell'occasione per guardarci dentro. Nella profondità del nostro essere, infatti, abbiamo tutto ciò che occorre per essere pienamente armonici e in sintonia con noi stessi e i nostri pensieri.
Musica consigliata per il Benessere accordata a 432 Hz per il relax e per guardarci dentro:
https://www.macrolibrarsi.it/musica/__therapeutic-relaxing-grand-piano-live-in-london-432-hertz.php (Mary Hoffer)

 

La recente inversione del polo meridionale del Sole, a distanza di 15 mesi da quella del polo settentrionale, ha fatto segnare il punto medio del SC24.
La prima metà è ormai dietro di noi, la seconda metà ancora tutta da vivere.

Se la modesta ripresa di maggio 2013 ha fatto segnare quel 2° picco caratteristico degli ultimi cicli solari, adesso ci aspetta una fase discendente.
Se invece come penso ci sarà un’altra ripresa più decisa per dicembre 2013 - gennaio 2014, allora ci sarà ancora da attendere per la fase discendente.

Sembra che i campi magnetici del sole si indeboliscano sempre di più man mano che si approssimano all’equatore. Una volta raggiunto il punto zero, spesso in maniera asimmetrica come nel ciclo 22 e nell’attuale, “riemergono” con polarità invertita.

Ho infatti notato che in occasione delle due inversioni il SSN è sceso fin quasi a rendere spotless la superficie solare.
L’attuale SC24 da questo punto di vista si sta comportando in maniera regolare.

Non esiste alcuno stallo magnetico e nessuna analogia è possibile con la situazione del minimo di Maunder. I riflessi sul clima poi saranno quasi impercettibili essendo quella solare solo una delle “forzanti” in campo e forse nemmeno quella più importante.

L’attuale temperatura globale è decisamente più alta di quelle del XVII sec. e allo stesso modo il livello di Co2. Abbassare il riscaldamento in una stanza già riscaldata non significa che poi la stessa si raffredda di colpo come vorrebbero questi pseudoscienziati russi e i loro seguaci facebookiani che preannunciano già da quest’anno la formazione di Iceberg a Taormina!

Tito

Buonasera a tutti amici!

Sta succedendo una cosa che, nel momento in cui ho fatto "nascere" questa pagina, non mi aspettavo: la volontà di contribuire alla diffusione della conoscenza da parte di alcuni di voi.

Questa è una cosa bellissima perché dimostra non solo che i miei articoli hanno stuzzicato la vostra curiosità, ma anche che vi ho fatto venire voglia di partecipare alla discussione, portando nel pentolone anche le vostre conoscenze.

A prova di ciò presto potrete leggere una serie di articoli intitolati "Il Racconto del Sole", scritti dal prossimo laureando in fisica Lorenzo, che in 12 puntate vi porterà alla scoperta di ogni segreto che riguarda la nostra Stella Madre: appuntamento ogni sabato mattina alle 9:00.

Stasera invece vi propongo un articolo scritto da un altro affezionatissimo lettore, Tito, che ha analizzato l'inversione magnetica appena avvenuta sul Sole, la quale segna il momento centrale di questo Ciclo Solare 24 (o SC24, come dicono gli addetti ai lavori)...buona lettura (e dopo fategli i complimenti)!

Buona serata a tutti e un abbraccio!

Massimiliano

--- "Solar Cycle 24 al giro di boa!" di Tito Winter Frate ---

La recente inversione del polo meridionale del Sole, a distanza di 15 mesi da quella del polo settentrionale, ha fatto segnare il punto medio del SC24.
La prima metà è ormai dietro di noi, la seconda metà ancora tutta da vivere.

Se la modesta ripresa di maggio 2013 ha fatto segnare quel 2° picco caratteristico degli ultimi cicli solari, adesso ci aspetta una fase discendente. 
Se invece come penso ci sarà un’altra ripresa più decisa per dicembre 2013 - gennaio 2014, allora ci sarà ancora da attendere per la fase discendente.

Sembra che i campi magnetici del sole si indeboliscano sempre di più man mano che si approssimano all’equatore. Una volta raggiunto il punto zero, spesso in maniera asimmetrica come nel ciclo 22 e nell’attuale, “riemergono” con polarità invertita. 

Ho infatti notato che in occasione delle due inversioni il SSN è sceso fin quasi a rendere spotless la superficie solare. 
L’attuale SC24 da questo punto di vista si stà comportando in maniera regolare.

Non esiste alcuno stallo magnetico e nessuna analogia è possibile con la situazione del minimo di Maunder. I riflessi sul clima poi saranno quasi impercettibili essendo quella solare solo una delle “forzanti” in campo e forse nemmeno quella più importante.

L’attuale temperatura globale è decisamente più alta di quelle del XVII sec. e allo stesso modo il livello di Co2. Abbassare il riscaldamento in una stanza già riscaldata non significa che poi la stessa si raffredda di colpo come vorrebbero questi pseudoscienziati russi e i loro seguaci facebookiani che preannunciano già da quest’anno la formazione di Iceberg a Taormina!

Tito

 

 La capacità sensoriale

 

La capacità sensoriale nel corpo umano è notevole.
L’abilità di apprezzare la complessità e i dettagli di sapori e odori, nonchè di suoni, immagini e superfici, in virtù del macchinario biologico ha dell’incredibile. Il nostro senso dell’udito è particolarmente acuto: esso può discernere frequenze che vanno dai 20 cicli al secondo fino a oltre 20000 cicli al secondo, mentre la differenza di volume che è in grado di apprezzare è talmente larga che gli scienziati devono impiegare una scala logaritmica (calcolata in decibel) per descriverla. L’essere umano è in grado di udire suoni pari a meno di un miliardesimo della pressione atmosferica.
La nostra capacità visiva non è da meno. Per quanto la nostra gamma visiva sia più piccola (lunghezze d’onda 360nm a 720nm) rispetto alla gamma di frequenze che il nostro orecchio può percepire, in tale gamma siamo comunque in grado di individuare un infinitesima quantità di luce. La retina infatti risponde quando viene colpita da uno o due fotoni di luce. Significa che siamo letteralmente in grado di percepire eventi a livello quantico.

Ciascuna percezione sensoriale attiva dei circuiti molto complessi nella corteccia cerebrale, i quali processano lo stimolo e lo interpretano. Nel caso di gusto e odorato, la parte limbica del cervello è particolarmente attiva, fornendo una controparte emotiva all’esperienza sensoriale. Anche i suoni vengono processati in un modo particolarmente complicato: certe frequenze attivano parti della corteccia che, in aggiunta al suono percepito dalle nostre orecchie, ci fanno percepire degli armonici più bassi rispetto al suono originale.

Il processo del trascendere durante la pratica della Meditazione Trascendentale è caratterizzato dallo sperimentare un pensiero a livelli progressivamente più sottili della mente, fino a quando il pensiero stesso viene trasceso e si giunge al campo di infinito silenzio e beatitudine alla sorgente del pensiero. Il pensiero in sè può essere considerato una forma sottile di percezione sensoriale. Dunque possiamo affermare che trascendiamo tramite uno dei cinque sensi. In effetti Walter Koch, uno dei primi insegnanti di Meditazione Trascendentale addestrati da Maharishi Mahesh Yogi, era solito fornire una analogia visuale della trascendenza. Egli diceva di pensare ad un treno che si allontana da noi, muovendosi verso l’orizzonte. Ad un certo punto, vedremo indistintamente il treno all’orizzonte, nella sua forma indistinta, fino a quando esso sparirà e diventeremo consapevoli dell’orizzonte stesso.

Per quanto sia teoreticamente possibile trascendere tramite uno qualunque dei cinque sensi, il metodo più semplice è attraverso un suono. Il nostro sistema nervoso si è particolarmente evoluto in tal senso, ed è in grado di apprezzare una grande varietà di frequenze, volumi e modelli, ciascuno dei quali influenza in qualche modo l’attività cerebrale. Inoltre, l’aspetto più fondamentale della natura, le prime manifestazioni del campo unificato, sono espresse come onde che si possono descrivere come suoni. Quindi è naturale che il suono, sperimentato nei livelli più sottili della mente, sia un mezzo naturale per giungere al campo unificato di pura consapevolezza, da cui sorgono tutti i pensieri. In questo processo, la qualità del suono, un suono molto sottile, causa una risposta integrata nell’attività elettrica del sistema nervoso. Si può affermare che tramite il suono si crea una armonia neurofisiologica. L’intera fisiologia quindi risuona in armonia una volta terminata la meditazione e tornati all’attività.(Mary Hoffer)
Musica indicata per la meditazione:
https://www.ilgiardinodeilibri.it/autori/_lama-gorkha.php

https://www.ilgiardinodeilibri.it/musica/__canto-dei-mantra.php

https://www.ilgiardinodeilibri.it/musica/__mantra-of-love.php

https://www.ilgiardinodeilibri.it/musica/__mantra_himalaya_cd.php

Svuotare il mare col secchiello. Acqua radioattiva di Fukushima, i numeri certi e quelli ignoti

 

fukushimaPer la serie: svuotare il mare con un secchiello, la Tepco ha iniziato a pompare via acqua radioattiva dal sottosuolo della centrale nucleare di Fukushima colpita da tre meltdown due anni e mezzo fa. La società proprietaria dell’impianto ieri ne ha risucchiato e stoccato in contenitori 13 tonnellate. Si suppone che ogni giorno entrino nell’oceano Pacifico 300 tonnellate di acqua di falda contaminata da Fukushima e che i sotteranei della centrale contengno – da soli – altre 20.000 tonnellate di acqua fortemente radioattiva. Si calcola: sono numeri presunti e non certi.

 

Le autorità governative giapponesi sono intervenute direttamente da pochi giorni nella gestione di questa infinita crisi nucleare nucleare e hanno dichiarato l’emergenza: un vocabolo cui va attribuito un forte peso, dato che finora hanno sempre minimizzato. Tuttavia la situazione non è chiara: esattamente come quando la Tepco era da sola nella stanza dei bottoni.

 

Fra l’altro gli scienziati sospettavano fin dall’inizio che l’acqua finisse nell’oceano e la Tepco ha ammesso proprio oggi di saperlo già da due anni. Però lo negava strenuamente fino a pochi giorni fa. Anche il Governo giapponese non poteva non avere almeno considerto la possibilità. Non si capisce per quale motivo sia intervenuto solo ora. Forse fra un paio d’anni scopriremo che è avvenuto qualcosa, e cosa.

 

Ho provato a mettere un po’ d’ordine nelle confuse faccende di Fukushima cercando di distinguere i pochi numeri certi dai molti numeri presunti e sottolineando quali dati importanti sono completamente mancanti. Ecco, almeno a grandi linee, il quadro entro cui si snoda questa immane tragedia di radioattività e di acqua.

 

Innanzitutto bisogna tornare un attimo col pensiero alla situazione che si è prodotta nel marzo 2011, quando la centrale nucleare è stata colpita da un fortisimo terremoto e poi dallo tsunami. Sono andati ko gli impianti di raffreddamento dei tre reattori in funzione e dei depositi di combustibile usato. Il costante raffreddamento è indispensabile. Nonostante tutti gli sforzi per raffreddare Fukushima innaffiandola con immani getti di acqua di mare, il combustibile nucleare dei tre reattori è andato in meltdown: si è fuso.

 

Nessuno sa dove si trovino e in che stato siano i tre corium, i tre blob di lava radioattiva e incandescente frutto della fusione dei colbustibile: se sono ancora dentro i reattori (che comunque sono crepati), se si sono fermati sul sottostante, spesso zoccolo di cemento o se addirittura hanno superato almeno in parte anche questa barriera. La radioattività è troppo alta per effettuare ispezioni. In ogni caso è necesario continuare a raffreddarli. Per questo tuttora la Tepco versa quotidianamente grandi quantità di acqua sui reattori.

 

L’acqua – è ovvio – a contatto con il materiale radioattivo diventa radioattiva anch’essa e scende verso il basso, accumulandosi negli scantinati di Fukushima. La Tepco la pompa via e la sottopone a (parziale) decontaminazione, con l’obiettivo di “riciclarla” versandola di nuovo sui reattori.

 

L’area attorno a Fukushima è tappezzata da serbatoi che ora contengono 380 tonnellate di acqua variamente radioattiva.

 

Fukushima ha alle spalle le colline e subito di fronte l’oceano: l’acqua della falda sotterranea, scendendo dalle colline verso il mare, si infiltra negli scantinati di Fukushima – che sono crepati – al ritmo presunto di 400 tonnellate al giorno e diventa anch’essa radioattiva. La Tepco calcola che nell’intrico di sotterranei e condotti si siano accumulate 20.000 tonnellate di acqua fortemente radioattiva.

 

Essendo crepati, gli scantinati perdono acqua radioattiva in qualche ignoto punto. Vale il discorso di prima: la radioattività è troppo alta per effettuare ispezioni. Quest’acqua si diffonde nel sottosuolo in direzione dell’oceano portando con sè la contaminazione. L’apporto complessivo di acqua di falda nell’area di Fukushima è pari – si calcola: di nuovo, nessuna certezza – a 1000 tonnellate al giorno. Detratte le 400 tonnellate che entrano negli scantinati (si postula ovviamente che vengano tutte man mano estratte), rimangono altre 600 tonnellate che attraversano il sottosuolo e che (tutte o in parte? nessuna certezza) vengono a contratto con infiltrazioni di acqua radioattiva.

 

Per impedire che queste 600 tonnellate arrivino all’oceano, la Tepco ha costruito una barriera sotterranea di suolo impermeabilizzato. La barriera scende verso il basso ma – per insormontabili ostacoli tecnici – la parte superiore si arresta a circa 1,8 metri sotto la superficie. Contro questa barriera si è accumulato un (ignoto) volume di acqua radioattiva. Ora ha superato la barriera in altezza, arrivando a poco più di un metro dalla superficie.

 

La Tepco e le autorità governative stimano che per questa via – cioè aggirando la barrera – entrino ogni giorno nell’oceano 300 tonnellate di acqua radioattiva. Si presuppone (non si sa in base a cosa) che le altre 300 tonnellate di acqua di falda finiscano anch’esse nell’oceano, ma attraversino la zona di Fukushima senza incontrare radioattività.

 

Avete notato quante sono le stime e le incertezze? Oltretutto non si sa nemmeno quanto è radioattiva l’acqua che si riversa in mare. La Tepco ha fornito stime solo per il trizio, il meno pericoloso di questi elementi radioattivi anche se nessuno oserebbe definirlo esattamenteun toccasana: da 20 a 40 terabecqerel a partire dal maggio 2011.

 

Certo però che insieme al trizio ci saranno anche altre sostanze. Quante e quali, non si sa. Si sa però che da giugno i campioni di acqua di falda prelevati dai pozzi attorno a Fukushima mostrano crescente radioattività: uno dei campioni è risultato il più radioattivo in assoluto, battendo il record che l’acqua di Fukushima aveva raggiunto nel 2011.

 

L’oceano Pacifico contiene un volume d’acqua enorme. Uno scienziato antinucleare ha calcolato che se tutta la radioattività di Fukushima fosse uniformemente diffusa, ogni metro cubo di acqua del Pacifico acquisirebbe appena 1 becquerel di radioattività: irrisorio davvero (per altri motivi tuttavia egli raccomanda di evacuare la fascia costiera accanto a Fukushima, potete leggere tutto qui), ma chissà quanto tempo e quante onde sarebbero necessarie per “frullare” omogeneamente e disperdere la radioattività ora concentrata in una zona limitata.

 

La soluzione definitiva sostenuta dal Governo per bloccare il flusso di acqua radioattiva è congelare il terreno attorno a Fukushima. Una cosa mai fatta prima, una tecnica che finora è stata qualche volta applicata a volumi limitati di suolo in occasione dello scavo di tunnel. Ci vorranno degli anni.

 

Per il momento ieri la Tepco ha aspirato 13 tonnellate di acqua di falda. Fate il confronto con tutti i numeri certi e-o presunti che ho elencato. Vuotare il mare col secchiello: avete una definizione migliore?

 

EFFETTO FUKUSHIMA

 


 

La nube radioattiva sprigionata dall'inferno di Fukushima sta sorvolando i cieli d'Europa. Quali effetti avrà sul nostro ambiente? E perché il nucleare civile è assolutamente più pericoloso di quello militare? Ne abbiamo parlato con Angelo Baracca, fisico e docente all'università di Firenze.

Intanto per ora la nube arriva con una radioattività molto bassa che è dovuta in parte alla lontananza del Giappone che è agli antipodi, in parte alla diluizione successiva negli spostamenti dell'aria, attraverso l'atmosfera. La nube ha percorso migliaia di chilometri e quindi per ora la radioattività che ci porta è molto bassa. Chiaramente non credo che si fermerà oggi e domani perché in Giappone, la centrale continua ad emettere fumi. Non sappiamo qui come evolverà questa cosa, dipenderà molto dai venti, per esempio se i venti sono più alti o più bassi. A Chernobyl ci furono venti molto più alti nell'atmosfera, portarono a una radioattività piuttosto intensa fino al Giappone a quel tempo. 


Ora qui mi sembra che il pennacchio fosse più basso. Si tenga conto anche che ci danno delle informazioni molto frammentarie dal Giappone, non ci dicono come evolve la situazione. L'altro ieri scosse di terremoto non indifferenti che non erano sufficienti a creare altri problemi. Ma se ce ne fosse un'altra grande cosa succederebbe? Siamo legati a un filo. I reattori del Giappone sono una spada di Damocle, ma potrebbe esser così per tutti i reattori. Perché tutto ciò potrebbe avvenire in Francia, dove ci dicono che i reattori sono sicuri. Pensi che pochi mesi fa è stato trovato un difetto nei sistemi di emergenza in 34 dei 58 reattori francesiche stanno funzionando da 20 o 30 anni. Per cui se ci fosse un incidente il sistema di raffreddamento potrebbe non riuscire a coprire completamente di acqua le barre di combustibile che è quello che sta accadendo in Giappone. Quindi purtroppo il nucleare è incontrollabile, è una tecnologia troppo complessa, troppo cara, incontrollabile e qui siamo legati, non possiamo fare altro che incrociare le dita perché non sappiamo cosa potrà succedere prossimamente. L'evoluzione di questo incidente è tutto un punto interrogativo! 

 

Gli effetti della nube radioattiva sull'Italia cosa potrebbero colpire maggiormente

 

 

Sull'agricoltura sicuramente. Lo iodio e il cesio sono pericolosi più che per inalazione, perché si possono depositare nelle piante, soprattutto nelle piante verdi a foglia larga. Se qualcuno ricorda ai tempi di Chernobyl c'era il divieto di mangiare l'insalata, i funghi. La radioattività potrà arrivare alle falde acquifere indubbiamente, dipende dalle condizioni atmosferiche, se piove, se non piove, la pioggia fa precipitare maggiormente gli elementi più pesanti o il pulviscolo in cui si possono essere concentrate queste sostanze. Per ora è certo, ho sentito anche ricercatori dell'agenzia di protezione ambientale, ho sentito anche i francesi, che questi livelli per ora sono molto bassi, molto al di sotto di livelli preoccupanti. Certo ne faremo volentieri a meno, perché bene non fanno. Però in questo momento sembra che non facciano male, che non siano pericolosi, che non abbiano dei danni quantificabili, quindi non lanciamo allarmismi. Però rimaniamo al corrente sperando che le autorità controllino. Qui purtroppo c'è il Ministero per l'ambiente che ha centrato tutte le misure, anche le aziende regionali non possono dire la loro. Sarebbe bene che i cittadini tempestassero di telefonate le agenzie regionali per l'ambiente, il Ministero, l'agenzia per l'ambiente nazionale. 

Quali sono le differenze fra nucleare militare e nucleare civile? Perché a Hiroshima vivono oltre un milione di persone mentre a Chernobyl hanno sepolto tutto sotto tonnellate di cemento e l'area non è più accessibile all'uomo?

Perché sono due fenomeni completamente diversi. Un'esplosione nucleare è un'irradiazione di enorme intensità istantanea che poi dopo si diluisce nell'ambiente. Però è un'altissima intensità istantanea. Un incidente nucleare è altra cosa. Ricordiamo una cosa ormai appurata, nonostante ciò che dicono i sostenitori del nucleare: anche nel normale funzionamento delle centrali nucleari, ci sono dei rilasci radioattivi per gli scarichi dell'acqua, dell'aria, perché si produce il trizio che è un isotopo radioattivo leggerissimo, difficilissimo da contenere, da controllare, da misurare. Quindi il nucleare civile è un fenomeno quasi opposto, dosi più basse che perdurano nel tempo. Un incidente poi come quello di Chernobyl o quello di Fukushima, anche se sappiamo ancora troppo poco di Fukushima, produce un'altissima radioattività. Si pensi che dentro un reattore durante il suo funzionamento, la radioattività che si produce, gli isotopi radioattivi sono molti di più, migliaia di volte quelli di una bomba atomica. Non hanno l'effetto dell'esplosione della bomba atomica, ma siccome in una bomba atomica ci sono pochi chili di uranio o un chilo o due di plutonio che subiscono la fissione, mentre nel cuore di un reattore, il nucleo di un reattore ci sono molti più chilogrammi di uranio che producono isotopi. Tra l'altro una delle cose che preoccupa di più in Giappone, oltre alle 3 centrali lesionate con l'incidente, sono le barre di combustibile esaurito che erano messe in piscina che hanno una radioattività spaventosa. Sono centinaia di chilogrammi, l'uranio che c'è. Molto di più quello che è stato fissionato durante la reazione a catena, quindi c'è un'altissima radioattività, quella si sta sprigionando poco a poco, a livelli che possono essere molto alti come a Chernobyl, però anche qui bisognerebbe avere delle notizie precise perché le notizie si accavallano: c'è l'allarme a Tokyo, poi dicono che a Tokyo non è così alta. Credo che lì sia un tal disastro dal punto di vista della radioattività. Non voglio fare né allarmismi e credo che se uno dovesse evacuare il Giappone sarebbe un bel problema, mica paragonabile alle aree di Chernobyl. Il nucleare non può convivere con densità di popolazioni così. Il nucleare è da smantellare. La Merkel ieri ha dichiarato: "bisogna farla finita con il nucleare". Certo, le ha dei problemi elettorali, però intanto dice l'opposto di quello che diceva un mese fa quando voleva prolungare la vita operativa delle centrali nucleari. 

A Tokyo le falde acquifere sono radioattive. Nonostante ciò la città non rientra nell'area off limits, quella da evacuare. Perché?

La domanda è legittima e ben posta, purtroppo bisognerebbe interrogare le autorità che hanno preso queste decisioni. Vengono dati con il contagocce. non si conoscono neanche i livelli di radioattività, i livelli dello iodio, del cesio, di altri isotopi radioattivi, non ho letto nulla sullo stronzio 90 che è un altro isotopo pericolosissimo, sul trizio come dicevo prima, lì c'era una bolla di idrogeno che è anche esplosa, poi è stata fatta uscire, sicuramente del trizio ci sarà stato. Qui purtroppo temo che la risposta sia perché non potevano fare di più e perché cercano di non buttare nella disperazione la gente, perché se cominciano a evacuare Tokyo, 25 milioni abitanti (se si conta l'intera area urbana), dove li mettono? Qui ci sono dei problemi che rischiano di diventare insolubili, una contraddizione insolubile, non possiamo rischiare di creare dei problemi così!

( Fonte)

 

SHIATSU e TERZA ETA’ : BENEFICI e INDICAZIONI

do-bladder-meridian-shiatsu-massage-800x800

Michele Giannuzzi Osteoshiatsu e Michele Giannuzzi Pugliawellness

 Le persone anziane sono persone molto speciali: esse hanno spesso sviluppato una saggezza interiore che viene dalla loro lunga esperienza di vita, dall’aver vissuto almeno un terzo della loro esistenza.

Sono spesso molto comprensive: sono passate attraverso così tanti eventi, conoscono così tanto della vita e quanto difficile essa possa essere, che tendono a non giudicare il comportamento delle altre persone ma ad avere una profonda comprensione del modo in cui queste vivono la propria vita. Gli anziani di solito sono interiormente liberi in quanto hanno realizzato la maggior parte dei loro piani di vita e portato a termine la maggior parte dei loro impegni familiari e di lavoro.  Hanno tempo: un lusso oggigiorno.

Abbastanza spesso tuttavia si sentono scomodi e fuori posto, a volte inadeguati, perché le persone e l’ambiente intorno a loro sono cambiati così tanto e così velocemente negli ultimi 20 o 30 anni: il ritmo della vita è aumentato in modo drammatico, i valori sono cambiati, le abitudini sono cambiate, così come è cambiato l’atteggiamento delle persone verso di loro. La tecnologia ha portato una vera rivoluzione nelle comunicazioni: computer, cellulari, iPhones, iPads, ecc. ecc..  Gli anziani si sentono spesso soli e separati in questa realtà anche perché non hanno più la stessa forza e la stessa vitalità di un tempo.

Infatti, anche i loro corpi hanno una lunga esperienza di vita e, mentre le loro qualità spirituali si affinano sempre di più, la loro parte fisica comincia ad avere qualche disagio.

Le persone anziane apprezzano molto i trattamenti Shiatsu.  Sono particolarmente sensibili al contatto che l’Operatore Shiatsustabilisce attraverso il “tocco amorevole” specifico dello Shiatsu;  danno valore al fatto che li ascoltiamo, che abbiamo una profonda considerazione per le loro esigenze e per i loro disagi, e, se del caso,per la loro sofferenza. Essi apprezzano soprattutto il fatto di essere contattati quali esseri umani nella loro unità di corpo/mente/spirito.  E di solito hanno grandi benefici dalle sedute di Shiatsu.

Per lavorare con loro, per ciò che essi sono e per come sono, l’Operatore Shiatsu ha bisogno di strategie e strumenti specifici;  dobbiamo inoltre avere un grande rispetto, compassione, comprensione e a volte pazienza.

Nella mia esperienza uno degli strumenti più importanti nel lavoro con gli anziani è la QUALITA’ del TOCCO.

 

Come detto prima, essi hanno dei corpi che hanno vissuto a lungo, perciò  spesso ossa fragili, articolazioni doloranti, limitazione nelle possibilità di movimento, a volte protesi del ginocchio o dell’anca. 

 Quindi usare con loro, più che con qualsiasi altra persona, un tocco molto espanso: profondo e delicato allo stesso tempo, un tocco che non “preme” ma che stabilisce un contatto profondo con l’energia che fluisce nei meridiani e che risuona in tutto il loro corpo e in tutto il loro sistema energetico.

 Esistono altri due strumenti che sono molto efficaci quando si lavora con le persone anziane e sono  il  MODELING ed il MINDSET.

Quando parlo di modeling intendo dire che lo stesso Operatore può diventare un “modello energetico” per il ricevente  attraverso il modo in cui organizza ed utilizza la sua energia in tutto il suo sistema (corpo/mente/spirito).  Se ad esempio l’operatore sente che il ricevente ha bisogno di più spazio nelle sue articolazioni, aprirà e creerà spazio nelle sue articolazioni (attraverso un movimento del corpo, o un’idea, un’immagine, un suono, ecc.).  Questa apertura nel suo corpo risuonerà in tutto il suo sistema energetico e allo stesso tempo creerà una risonanza nel sistema energetico del ricevente: è come se  gli mostrasse come ci si sente ad avere delle articolazioni rilassate.

Oppure, se l’informazione che l’operatore riceve attraverso il contatto gli dice che il ricevente ha bisogno di calma, silenzio o pace, allora  farà risuonare queste qualità nel suo sistema energetico, così che il ricevente possa recepire questa “offerta”, questo “suggerimento” attraverso la risonanza tra i  due sistemi.

Con il MINDSET l’Operatore Shiatsu usa in modo consapevole la sua mente, i suoi pensieri, la sua intenzione.  Sappiamo tutti che “la mente guida il Ki”, e quindi quello che l’operatore pensa durante il trattamento  passerà attraverso il suo tocco:  ad esempio può offrire al ricevente un’immagine o un’idea di rilassamento, di calma, di pace, ecc..  Attraverso il suo tocco può suggerire:  “prova a sperimentare il piacere di un rilassamento profondo, di essere calmo ed in pace e osserva come ti ci trovi”.

Attraverso il  modeling ed il mindset l’Operatore amplifica l’effetto del suo tocco, e ciò può essere molto utile quando gli anziani hanno dolore, infiammazione o movimenti limitati, oppure  quando hanno “dimenticato” alcune delle loro possibilità di vita e non stanno utilizzando le funzioni dei meridiani in tutto il loro potenziale.

Il Trattamento  Shiatsu si può effettuare sia sul lettino che sul Futon ( tradizionale Materasso Giapponese in lana e cotone ) .
Il trattamento tradizionale si effettua sul Futon se il ricevente non ha limitazioni nei movimenti.
L’uso del lettino e’ indicato nei  casi in cui è più difficile per l’anziano sdraiarsi e rialzarsi, specialmente se hanno dolore o limitazione nei movimenti; inoltre il fatto di essere

trattati sul futon proviene da un’altra cultura e rappresenta un’idea assolutamente nuova per le persone anziane che sono abituate al lettino dei medici e dei fisioterapisti. Si puo’ effettuare il Trattamento Shiatsu anche sul letto di degenza in caso di persone allettate o ricoverate in istituti di degenza.

A questo punto è lecito chiedersi :-Ma quali sono le indicazioni al Trattamento Shiatsu in Terza Età ?-

Premettendo che lo Shiatsu NON E’ UNA TERAPIA MEDICA o FISIOTERAPICA  e non vuole sostituirsi all’Opera degli specialisti della sanità,

Lo Shiatsu è una efficace Tecnica di Rilassamento Neuro Muscolare ; e’ una Tecnica di rilassamento psicologico ed emozionale ; e’ quindi utile in caso di stress Psico Fisico , Ansia , Insonnia.
E’ molto efficace nel trattare COME SOSTEGNO ad eventuali terapie mediche o fisioterapiche in corso di :
Lombalgie, dorsalgie, cervicalgie e tensioni in queste regioni. Casi di Stitichezza si giovano del trattamento shiatsu. Rigidità e tensioni muscolari ed articolari.
Si usa lo Shiatsu in caso di pazienti con M.di Alzheimer, m:di Parkinson , Sclerosi multipla ed altre malattie neuro degenerative. Si puo’ utilizzare lo Shiatsu in caso di Patologie reumatiche Per concludere, trattare le persone  anziane può essere un lavoro molto affascinante e molto intenso e profondo perché andiamo a toccare la vita nella sua espressione più matura e ciò costituisce un’esperienza estremamente arricchente, un altro dei tanti doni che lo Shiatsu ci offre.

 

 

I DANNI DELLO ZUCCHERO E GLI INTERESSI DELLE MULTINAZIONALI

531802_618020581551768_679115941_n

 

DA ANNI SI LEGGE IN MOLTI LIBRI DI MEDICINA NATURALE

che lo zucchero è come una droga dolce ma pericolosa per l’organismo. Spesso si crede che per lo zucchero di canna tale verità non sia valida, ma il cosiddetto zucchero di canna molto spesso è lo stesso zucchero bianco colorato con melassa (si salva forse il mascobado e qualche altro zucchero del commercio equo e solidale).In questo articolo ci stiamo ovviamente riferendo allo zucchero raffinato artificialmente dalla canna o dalla barbabietola, e non agli zuccheri presenti all’interno di altri alimenti completi come il fruttosio della frutta o il lattosio del latte)È difficile credere che lo zucchero possa essere dannoso perché tale sostanza è entrata nella nostra dieta in modo tanto profondo che una buona metà dei cibi confezionati che si trovano in commercio nè risulta “contaminato”

L’ASSUNZIONE DI ZUCCHERO RAFFINATO SOTTRAE VITAMINA C

all’organismo come fanno le sigarette, uccidealcuni batteri simbionti che nel nostro organismo producono vitamine del complesso B e altera il ciclo di regolazione glicemica. Il pancreas reagisce allo zucchero puro con una ipersecrezione di insulina, cui segue da una parte una ipoglicemia, dall’altra a lungo andare il surplus di lavoro del pancreas puo’ portare al diabete.L’assunzione di zucchero inoltre causa sonnolenza post pranzo, altera il metabolismo e influisce sugli ormoni,decalcifica le ossa e può portare alle carie dentarie. Anche l’aumento dei casi di cancro è correlato all’assunzione sempre più elevata di zucchero nella società dei consumi, dove anche nell’alimentazione l’apparire (il gusto artificialmente dolce) è molto più importante dell’essere (la valenza nutritiva e la purezza del cibo).

I POPOLI CHE NON CONOSCONO ANCORA LO ZUCCHERO NON CONOSCONO NEMMENO IL CANCRO

Il più basso livello di casi di cancro si è registrato in Olanda due anni dopo l’occupazione nazista, quando zucchero e caffè erano quasi scomparsi dalla tavola: tutti gli studi sulla prevenzione e la cura naturale del cancro (regolazione alimentare e metabolica) confermano che più si mangia zucchero e più si rischia di sviluppare il tumore.Ci sono inoltre studi che dimostrano il legame fra zucchero e ulcera, fra zucchero e malesseri psicologici, fra zucchero e allergie…la situazione è grave: sia per gli effetti che per l’assordante silenzio di chi dovrebbe tutelare la salute dei cittadini.

SI SA LA SALUTE NON GENERA BUSINES

la prevenzione primaria non genera mercato, la malattia dà da mangiare a tutto il sistema sanitario, come diceva un medico egizio 3.500 anni fa (riferendosi ovviamente alla classe benestante che lui curava) “un quarto di ciò che mangiamo serve per nutrire il corpo, il restante per nutrirei medici”.

E’ PER QUESTO CHE NELLE UNIVERSITA’

di medicina di tutto il mondo non si studia quasi per niente l’influenza dell’alimentazione sul benessere dell’individuo e il modo di mantenere la salute con la prevenzioneprimaria (corretto stile di vita) mentre si punta sulla ben più costosa (e redditizia) prevenzione secondaria (test di laboratorio poco affidabili e a volte pericolosi, radiografie cancerogene etc.). Quei medici (come Mendelson e Kousmine) che denunciano questa squallida realtà sono ovviamente una stretta minoranza; per questo di tutto ciò che è descritto in queste righe difficilmente si trove traccia nei consueti manuali universitari.

>Fonte<

Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio.org

 

L’AUTOGUARIGIONE

1011999_10201674353365686_1291287654_n

Il corpo umano possiede delle capacità di autoguarigione che si manifestano anche in condizioni patologiche gravose. Definito scientificamente come guarigione spontanea, detto fenomeno sembra avere quale substrato anatomo – fisiologico l’asse ipotalamo-ipofisario- sistema immunitario. Esso sembra essere il responsabile, in date circostanze, della produzione di ormoni e molecole favorenti l’autoguarigione. La PNEI è la scienza a cui dobbiamo tali evidenze.
Le circostanti favorenti la messa in circolo di molecole quali citochine, serotonina, dopamina, sono attivate mediante il sistema limbico e rafforzati da uno status mentale creativo, da un’ alta autostima, dalla preghiera nonché dall’eliminazione di eccessi alimentari, abuso di sostanze nocive per l’organismo, etc,etc.
Il cervello è capace di creare tutte le condizioni necessarie nel rilevare, affrontare e risolvere i disturbi corporei? anche i più gravi? Sembra proprio di sì e sembra che questo fenomeno possa essere attivato mediante meccanismi immunitari ed adeguate secrezioni. L’occidente, con il proprio modus pensanti, attribuisce certe guarigioni straordinarie e inspiegabili per la scienza, a fattori miracolistici. Definito come guarigione spontanea, in realtà è un fenomeno che inizia ad avere delle risposte da parte della PNEI e che sostanzialmente, sembra attivare alcune sostanze chimiche, i neurotrasmettitori.
PNEI è l’acronimo di psiconeuroendocrinoimmunologia, disciplina che studia le interrelazioni tra psiche, sistema immunitario, endocrino e nervoso, nonché come questi si influenzino vicendevolmente. Grazie alla PNEI, alla sua scientificità, sono cadute molte teorie tendenti alla frammentazione del essere umano, teorie che hanno trovato spazio, considerazione e protezione da parte della medicina convenzionale. La liberazione dei neurotrasmettitori avviene continuamente ed è influenzata da innumerevoli fattori: il nostro stato mentale in primis, la tendenza ad essere positivi anche nelle condizioni critiche, lo stile di vita ed il vissuto emotivo. Cosicché ad esempio, essere diffidenti sulle proprie capacità, possedere uno scarso grado di autostima e di risorse interiori, provoca allo stesso modo dell’ uso indiscriminato di farmaci e/o abuso di sostanze nocive un indebolimento del fenomeno dell’autoguarigione.
La Ricercatrice Manuela Pompas ha scelto la musica di Capitanata per alcune tecniche di meditazione che ha sperimentato personalmente e che provengono dalla saggezza orientale.
In alcuni esercizi viene utilizzata la visualizzazione della luce, come elemento purificatorio e curativo: questa immagine non è una suggestione, ma rappresenta l’energia universale, chiamata Ki dai giapponesi e prana dagli indiani.
In altri viene suggerito il colloquio con le proprie cellule, con il sistema immunitario o con gli organi.
Lo sviluppo di queste meditazioni e melodie stabilirà un diretto “feeling” emotivo e indurrà un piacevole senso di benessere e rilassamento in grado di armonizzare e riportare in equilibrio le frequenze energetiche del corpo.


https://www.ilgiardinodeilibri.it/audio/__autoguarigione-musiche-parole-benessere-psicofisico.php

 

LA CAUSA PRIMARIA DEL CANCRO FU SCOPERTA DA UNO SCIENZIATO NOBEL; OTTO WARBURG

 

Una notizia che ha dell’incredibile: la causa principale del cancro è stata ufficialmente scoperta decenni fa da uno scienziato premio nobel per la medicina nel 1931.
E da allora nulla è stato fatto in base a tale conseguimento, se non continuare a raccogliere in tutto il mondo soldi per la ricerca, attraverso associazioni come ad esempio l’italiana AIRC. Quando la causa primaria del cancro era già conosciuta.
Pochissime persone in tutto il mondo lo sanno, perché questo fatto è nascosto dall’industria farmaceutica e alimentare.
Nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg ha ricevuto il Premio Nobel per la scoperta sulla causa primaria di cancro. Otto ha scoperto che il cancro è il risultato di un potere anti-fisiologico e di uno stile di vita anti-fisiologico. Perché? Poiché sia con uno stile anti-fisiologico nutrizionale (dieta basata su cibi acidificanti) e l’inattività fisica, il corpo crea un ambiente acido (nel caso di inattività, per una cattiva ossigenazione delle cellule). L’acidosi cellulare causa l’espulsione dell’ossigeno. La mancanza di ossigeno nelle cellule crea un ambiente acido.
Egli ha detto: “La mancanza di ossigeno e l’acidità sono due facce della stessa medaglia: Se una persona ha uno, ha anche l’altro”. Cioè, se una persona ha eccesso di acidità, quindi automaticamente avrà mancanza di ossigeno nel suo sistema. Se manca l’ossigeno, avrete acidità nel vostro corpo. Egli ha anche detto: “Le sostanze acide respingono ossigeno, a differenza delle alcaline che attirano ossigeno”. Cioè, un ambiente acido è un ambiente senza ossigeno. Egli ha dichiarato: “Privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro”.
“Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, ma le cellule tumorali possono vivere senza di esso”. (Una regola senza eccezioni). “I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.”
Nella sua opera “Il metabolismo dei tumori”, Otto ha mostrato che tutte le forme di cancro sono caratterizzate da due condizioni fondamentali: acidosi del sangue (acido) e ipossia (mancanza di ossigeno).
Ha scoperto che le cellule tumorali sono anaerobiche (non respirano ossigeno) e non possono sopravvivere in presenza di alti livelli di ossigeno.
Le cellule tumorali possono sopravvivere soltanto con glucosio e in un ambiente privo di ossigeno. Pertanto, il cancro non è altro che un meccanismo di difesa che ha alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno.
IN SINTESI:
Le cellule sane vivono in un ambiente ossigenato e alcalino che consente il normale funzionamento. Le cellule tumorali vivono in un ambiente acido e carente di ossigeno.
Importante: Una volta terminato il processo digestivo, gli alimenti, a secondo della qualità di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, forniscono e generano una condizione di acidità o alcalinità nel corpo. In altre parole tutto dipende unicamente da ciò che si mangia. Il risultato acidificante o alcalinizzante viene misurato con una scala chiamata PH, i cui valori vanno da 0 a 14, al valore 7 corrisponde un pH neutro. È importante sapere come gli alimenti acidi e alcalini influiscono sulla salute, poiché le cellule per funzionare correttamente dovrebbe essere di un ph leggermente alcalino (poco di sopra al 7). In una persona sana, il pH del sangue è compreso tra 7.4 e 7.45. Se il pH del sangue di una persona inferiore 7, va in coma.

GLI ALIMENTI CHE ACIDIFICANO IL CORPO:
Lo zucchero raffinato e tutti i suoi sottoprodotti. (È il peggiore di tutti: non ha proteine, senza grassi, senza vitamine o minerali, solo carboidrati raffinati che schiacciano il pancreas). Il suo pH è di 2,1 (molto acido)
Carne. (Tutti i tipi)
Prodotti di origine animale (latte e formaggio, ricotta, yogurt, ecc)
Il sale raffinato.
Farina raffinata e tutti i suoi derivati. (Pasta, torte, biscotti, ecc)
Pane. (La maggior parte contengono grassi saturi, margarina, sale, zucchero e conservanti)
Margarina.
Caffeina. (Caffè, tè nero, cioccolato)
Alcool.
Tabacco. (Sigarette)
Antibiotici e medicina in generale.
Qualsiasi cibo cotto. (la cottura elimina l’ossigeno aumentando l’acidita’ dei cibi”)
Tutti gli alimenti trasformati, in scatola, contenenti conservanti, coloranti, aromi, stabilizzanti, ecc.
Il sangue si ‘autoregola’ costantemente per non cadere in acidosi metabolica garantire il buon funzionamento e ottimizzare il metabolismo cellulare. Il corpo deve ottenere delle basi minerali alimentari per neutralizzare l’acidità del sangue nel metabolismo, ma tutti gli alimenti già citati (per lo più raffinati) acidificano il sangue e ammorbano il corpo. Dobbiamo tener conto che CON il moderno stile di vita, questi cibi vengono consumati almeno 3 volte al giorno”, 365 giorni l’anno e tutti questi alimenti sono anti-fisiologici.

GLI ALIMENTI ALCALINIZZANTI:
* Tutte le verdure crude. (Alcune sono acide al gusto, ma all’interno del corpo avviene una reazione è alcalinizzante.”. Altre sono un po acide, tuttavia, forniscono le basi necessarie per il corretto equilibrio). Le verdure crude producono ossigeno, quelle cotte no.
* I Frutti, stessa cosa. Ad esempio, il limone ha un pH di circa 2,2, tuttavia, all’interno del corpo ha un effetto altamente alcalino. (Probabilmente il più potente di tutti - non fatevi ingannare dal sapore acidulo)
* I frutti producono abbastanza ossigeno.
* Alcuni semi, come le mandorle sono fortemente alcalini.
* I cereali integrali: l’unico cereale alcalinizzante è il miglio. Tutti gli altri sono leggermente acidi, tuttavia, siccome la dieta ideale ha bisogno di una percentuale di acidità, è bene consumarne qualcuno. Tutti i cereali devono essere consumati cotti.
Il miele è altamente alcalinizzante.
* La clorofilla la pianta è fortemente alcalina. (Da qualsiasi pianta) (in particolare aloe vera, noto anche come aloe)
* L’acqua è importante per la produzione di ossigeno. “La disidratazione cronica è la tensione principale del corpo e la radice della maggior parte tutte le malattie degenerative.” Lo afferma il Dott. Feydoon Batmanghelidj.
* L’esercizio ossigena tutto il corpo. “Uno stile di vita sedentario usura il corpo.”
L’ideale è avere una alimentazione di circa il 60% alcalina piuttosto che acida, e, naturalmente, evitare i prodotti maggiormente acidi, come le bibite, lo zucchero raffinato e gli edulcoranti.
Non abusare del sale o evitarlo il più possibile.
Per coloro che sono malati, l’ideale è che l’alimentazione sia di circa 80% alcalina, eliminando tutti i prodotti più nocivi.
Se si ha il cancro il consiglio è quello di alcalinizzare il più possibile.”
George W. Crile, di Cleveland, uno dei chirurghi più rispettati al mondo, dichiara apertamente: “Tutte le morti chiamate naturali non sono altro che il punto terminale di un saturazione di acidità nel corpo.”
Come precedentemente accennato, è del tutto impossibile per il cancro di comparire in una persona che libera il corpo dagli acidi con una dieta alcalina, che aumenta il consumo di acqua pura e che eviti i cibi che producono acido.
In generale, il cancro non si contrae e nemmeno si eredita. Ciò che si eredita sono le abitudini alimentari, ambientali e lo stile di vita. Questo può produrre il cancro.
Mencken ha scritto: “La lotta della vita è contro la ritenzione di acido”.“Invecchiamento, mancanza di energia, stress, mal di testa, malattie cardiache, allergie, eczema, orticaria, asma, calcoli renali, arteriosclerosi, tra gli altri, non sono altro che l’accumulo di acidi”.
Dr. Theodore A. Baroody ha detto nel suo libro “Alcalinizzare o morire” (alcaline o Die): ” In realtà, non importa i nomi delle innumerevoli malattie Ciò che conta è che essi provengono tutti dalla stessa causa principale: Molte scorie acide nel corpo”
Dr. Robert O. Young ha detto: “L’eccesso di acidificazione nell’organismo è la causa di tutte le malattie degenerative. Se succede una perturbazione dell’equilibrio e un corpo inizia a produrre e immagazzinare più acidità e rifiuti tossici di quelli che è in grado di eliminare allora le malattie si manifestano.”

E LA CHEMIOTERAPIA?
La chemioterapia acidifica il corpo a tal punto che ricorre alle riserve alcaline del corpo immediatamente per neutralizzare l’acidità tale, sacrificando basi minerali (calcio, magnesio e potassio) depositati nelle ossa, denti, articolazioni, unghie e capelli.
Per questo motivo osserviamo tali alterazioni nelle persone che ricevono questo trattamento e tra le altre cose la caduta dei capelli. Per il corpo non vuol dire nulla stare senza capelli, ma un pH acido significherebbe la morte.
Niente di tutto questo è descritto o raccontato perché, per tutte le indicazioni, l’industria del cancro (leggi: industria farmaceutica) e la chemioterapia sono alcune delle attività più remunerative che esistano..Si parla di un giro multi-milionario e i proprietari di queste industrie non vogliono che questo sia pubblicato.
Tutto indica che l’industria farmaceutica e l’industria alimentare sono un’unica entità e che ci sia una cospirazione in cui si aiuta l’altro al profitto.
Più le persone sono malate, più sale il profitto dell’industria farmaceutica. E per avere molte persone malate serve molto cibo spazzatura, tanto quanto ne produce l’industria alimentare.
Quanti di noi hanno sentito la notizia di qualcuno che ha il cancro e qualcuno dire: “… Poteva capitare a chiunque …” No, non poteva!
“Che il cibo sia la tua medicina, la medicina sia il tuo cibo”.
Ippocrate (il padre della medicina )

Fonte: https://www.ecplanet.com/node/3619

GLOBAL WARMING vs NUOVA ERA GLACIALE: chi ha ragione?

 


- Presentazione di Massimiliano Bellisario -

Innanzitutto benvenuti cari amici di "Chi ha paura del buio?": state per leggere il primo articolo scritto da un utente come voi, Lorenzo, che ha gentilmente donato il suo tempo per farci comprendere meglio l'argomento "cambiamento climatico".
Su Facebook ultimamente ci sono pagine che hanno preso come cavallo di battaglia il mancato Massimo Solare, indicandolo come sicura causa di una imminente glaciazione: poiché all'essere umano non piace essere rassicurato ma adora essere terrorizzato, queste pagine stanno avendo un discreto successo. Il problema è che non fanno vera divulgazione scientifica, poiché non espongono gli argomenti da un punto di vista neutrale, come si fa (o si dovrebbe fare) in qualunque attività didattica che si rispetti.
Questo aspetto invece ha sempre contraddistinto la mia pagina, e non mi importa se i "followers" non crescono al ritmo di centinaia al giorno: preferisco un post semplice, chiaro e ottimista con 20 likes, piuttosto che un testo catastrofico, ricco di imprecisioni, che faccia decine e decine di condivisioni.
Bene quindi, vi lascio all'approfondimento, fiducioso che stimoli la vostra curiosità e che possa chiarire alcuni dubbi che avete, come è successo con me.
Ringrazio Lorenzo per l'articolo, e tutti voi per la fedeltà con cui mi seguite ogni giorno.

Buona lettura!

Massimiliano



GLOBAL WARMING vs NUOVA ERA GLACIALE: dov'è la verità? di Lorenzo Colombo

 

In questi ultimi tempi il cambiamento climatico è stato al centro di molte discussioni e studi scientifici, e ha visto acuirsi lo scontro tra "serristi" e "negazionisti". La nascita dei social network e la diffusione capillare di Internet hanno permesso a chiunque di accedere a dati, studi e teorie, permettendo così di proporre le proprie o analizzare quelle altrui.
A seguito di ciò teorie complottistiche, di oscurantismo o di geni incompresi fanno sempre più presa sulla società, basti pensare al famoso 21/12/2012. E anche la climatologia, i cui studi dovrebbero influenzare moltissimi aspetti della nostra società, ne è stata colpita. L'ultima è quella dell'era glaciale da minimo di Maunder.

Parliamo ora dei dati degli ultimi anni, e cerchiamo di analizzarli criticamente usando un minimo di fisica del clima e di teoria dei sistemi dinamici.
I dati indicano chiaramente come in questo ultimo decennio (dal 2000 in poi all'incirca) la temperatura globale si sia comportata diversamente da quanto previsto dai modelli climatici attuali, scendendo invece di salire. Quindi in contrasto ai fantomatici gas serra, che aumentando porterebbero a un aumento della temperatura. Di conseguenza molti hanno pensato che tutto ciò che ci viene detto da 30 anni a questa parte, cioè che le attività antropiche stiano modificando il clima facendo riscaldare il pianeta, sia una bufala bell'è buona.


In primo luogo, che cos'è il clima: è un comportamento medio delle condizioni planetarie, costituito da un'intricatissima rete di processi (feedback) che si autoalimentano (positivi , destabilizzanti) o autolimitano (negativi, stabilizzanti). Un esempio di feedback positivo è quello ghiaccio-albedo: un aumento di temperatura fa sciogliere più ghiaccio, al posto del ghiaccio rimane terreno, o oceano, più scuro, che assorbe meglio la radiazione facendo aumentare la temperatura e facendo sciogliere ancora più ghiaccio, e così via. Un feedback negativo è invece quello della fotosintesi oceanica: un aumento di luce causa più fotosintesi, che produce più DMS (Dimetilsolfato). Il DMS aiuta la nucleazione delle nuvole, diminuendo la luce in superficie e riducendo la fotosintesi, opponendosi così alla causa. Sono solo due dei processi considerati, visto che una stessa causa può causare feedback climatici sia positivi che negativi, e capire il peso dei vari processi non è molto semplice.

L'intero sistema climatico terrestre è regolato dalla forzante solare, cioè l'energia depositata dal Sole sul nostro Pianeta, l'unico motore del clima. E ovviamente il valore di tale forzante varia in funzione della quantità di luce assorbita o riflessa in dall'atmosfera.
L'atmosfera è costituita da molti gas, principalmente azoto, ossigeno, vapore acqueo, anidride carbonica, ozono e altri in varie percentuali. Quindi bisogna studiare come si comportano questi gas e in che modo trasmettono l'energia: infatti il Sole ci illumina con luce essenzialmente nelle frequenze del visibile, mentre la Terra reirradia nello spazio nelle frequenze dell'infrarosso. L'azoto molecolare è abbastanza neutro in merito, così come l'ossigeno: sono molecole biatomiche, circa trasparenti a ogni lunghezza d'onda della luce. Sono la CO2 e il vapore i due gas che impediscono al pianeta di congelare. Infatti le loro molecole sono trasparenti al visibile, permettono alla luce solare di arrivare a terra, mentre sono opache all'infrarosso, impedendo alla radiazione riflessa terrestre di essere emessa nello spazio. Senza di loro il pianeta congelerebbe. Si chiamano quindi "gas serra", e variazioni delle concentrazioni di questi gas causano variazioni della temperatura globale. Nello specifico il vapore acqueo è molto più potente della CO2 come gas serra, e non ne ho nominati moltissimi altri che bene o male contribuiscono. Ma mentre il vapore acqueo è rimasto costante, la concentrazione della CO2 atmosferica dall'epoca preindustriale è aumentata del 50%, di conseguenza anche il suo effetto è aumentato (non è correlato linearmente, ma quasi). E infatti le registrazioni storiche e i metodi di proxydata (dendrocronologia dagli alberi, carotaggi ai poli) indicano come anche la temperatura globale sia aumentata, e come ciò avvenga alternativamente da milioni di anni. I vari cicli glaciali sono sempre corrisposti a variazioni della CO2. Cosa scatenasse le variazioni di concentrazione è oggetto di studio (teoria dei cicli di Milankovitch), ed è qui che torniamo ai giorni nostri.

Come detto negli ultimi dieci - dodici anni le temperature globali si sono stabilizzate e in alcuni punti sono anche scese, si è assistito a un aumento di fenomeni alluvionali o gelate tardive e a quanto sembra il Sole ha deciso che questo massimo solare lo salta a piè pari. Tutto mentre continuiamo a registrare il precipitoso aumento della CO2 (3-4 ppm all'anno ormai), assunta come guida del clima. Perché la CO2 come forzante principale del clima, in sé molto più complesso? Perché è quella che sta variando più rapidamente di tutte, e quindi il suo effetto soverchia gli altri, è una questione di tempo scala dell'azione.
Innanzitutto il Clima è un discorso di media su un lungo periodo, molto lungo. In climatologia NON si può prendere un periodo di soli 10 anni e confrontarlo con delle previsioni, ne servono almeno 30. Per esempio l'importante fenomeno del Niño ricorre su una scala di 5-7 anni, e quindi 10 non bastano per tenerne conto, anzi portano a risultati erronei.

Il fatto che per 10 anni le temperature si siano stabilizzate non basta per sostenere che i modelli climatici siano da buttare e che il riscaldamento sia una bufala, la deviazione non è durata per un tempo sufficiente.
C'è inoltre un precedente: il periodo del boom economico. Dai tardi anni quaranta fino alla fine degli anni settanta la temperatura globale invertì il comportamento, come adesso, e i modelli fallivano nello spiegare questa variazione. Finché non si è deciso di introdurre qualche parametro additivo: gli aerosol.

Dopo la seconda guerra mondiale la produzione industriale globale conobbe un vero e proprio boom, aumentando enormemente le emissioni, oltre che di CO2, di polveri e composti dello zolfo. Le anidridi dello zolfo sono dei gas anti-serra, riflettono la luce nello spazio e impediscono al pianeta di riceverla, mentre gli aerosol facilitano la condensazione di nubi, anche loro riflettenti. Questi due meccanismi equilibrarono la CO2, aiutati poi da un'eruzione vulcanica del monte Agung che immise ulteriore anidride solforica in atmosfera. Con l'introduzione però del "Clean Air Act" in Europa e in America la produzione di queste sostanze calò bruscamente. Il problema dei solfati è che rimangono per breve tempo in atmosfera, prima di combinarsi con l'acqua e precipitare come piogge acide. Di conseguenza il loro effetto mitigante cessò, e la temperatura riprese a salire. I climatologi hanno inserito questi parametri addizionali nei modelli, e ora questi simulano perfettamente il trend di quel periodo, senza deviazioni.
Bisogna quindi spiegare l'improvvisa deviazione attuale dai modelli climatici, che ripeto simulano molto bene il comportamento del pianeta negli ultimi 300 anni, dobbiamo trovare una spiegazione a questo "calore mancante".

Quali cause possono concorrere a diminuire la temperatura globale? Cosa non è stato ancora considerato bene?

1) L'effetto della CO2 è stato sovrastimato. Questa è la spiegazione più improbabile, spesso brandita da negazionisti fanatici. La CO2 scalda, punto. Quindi se l'effetto era sovrastimato la temperatura non può diminuire, al massimo cresce più lentamente. I dati stessi negano questa ipotesi. Tutti i gas serra sono in aumento, quindi la causa del raffreddamento è da ricercarsi altrove.

2) Il Sole ci scalda di meno. Sembra che ci sia una correlazione tra il Minimo di Maunder e la Piccola era Glaciale: il periodo di attività minima prolungata potrebbe aver causato una riduzione delle temperature globali nel 1700. Questa ipotesi tuttavia non è applicabile al presente problema: in primo luogo l'inversione del trend ha preceduto (2001-3) il mancato massimo solare (2012), e per di più è cominciata in pieno massimo. Inoltre, anche se assopito, il massimo di attività è in corso, e non è confrontabile alla situazione di minimo piatto del tardo settecento. Se in futuro il Sole entrasse in un nuovo minimo di Maunder allora c'è la concreta possibilità che si riverifichi la piccola era glaciale, ma è una conseguenza di un evento che deve ancora avvenire e non può quindi spiegare l'attuale situazione.
In secondo luogo il ciclo solare è incluso all'interno dei modelli climatici da decenni ormai. Se leggete che "c'è stato oscurantismo sul Sole" è un'invenzione, siccome è proprio il Sole il motore del clima il suo umore è tenuto in primo piano. Tuttavia della nostra stella conosciamo ancora poco, sia del suo ciclo (vedi Maunder, non si ha la benché minima idea della sua causa) sia dell'interazione del vento solare con l'atmosfera e con i processi di nucleazione delle nuvole. Del lavoro in questo senso da fare c'è, eccome, ma anche nella peggiore delle ipotesi non può invertire un trend secolare in appena dieci anni. Se il Sole mostrasse una tale variabilità nei suoi cicli non ci sarebbero le ere glaciali. Le piccole e lente variazioni che le causano sarebbero soverchiate dal "rumore" del ciclo undecennale del Sole. Se è il Sole allora può agire solo su scale molto lunghe, di nuovo si parla di secoli. E sembra che effettivamente sia così, ma abbiamo troppi pochi dati (circa 400 anni) e solo tra altri 400 ne sapremo abbastanza in merito.

3) Effetti di feedback compresi male: è il caso degli aerosol. Infatti queste particelle sospese possono sia generare nuvole chiare, e quindi riflettere il calore, sia sporcare i cieli rendendoli più scuri, assorbendo il calore (tipo le polveri carboniose). Negli ultimi venti anni c'è stato il boom economico della grande Asia: Cina, India, Indonesia e la penisola del Siam sono perennemente avvolte in soffocanti coltri di smog e polveri, non applicando nessuna regolamentazione alle emissioni industriali. Potremmo essere davanti a una ripetizione del trend climatico degli anni '60. Il problema sta nella scarsa comprensione dei processi relativi agli aerosol industriali. Anche qui quindi c'è del lavoro da fare. Persino la polvere sollevata dai deserti sembra avere effetti locali imprevisti.

4) L'oceano. Il grande moderatore del clima terrestre. Quello che si sta studiando è che l'oceano potrebbe aver cominciato 10 anni fa a immagazzinare nelle profondità più calore del previsto, per via del superamento di quello che in sistemi dinamici si chiama un punto d'equilibrio critico. Prima del punto critico c'è un comportamento, al suo superamento questo cambia radicalmente. Attualmente a 4000 metri al temperatura dell'acqua è intorno agli zero gradi, mentre durante il Cretaceo, periodo di Terra tropicale, era di ben 15 gradi! La massa d'acqua è talmente grande, e l'acqua immagazzina talmente tanto calore, che potremmo non essere ancora in grado di misurare questo aumento della temperatura in profondità, pur se questo è cominciato. C'è uno studio che viene utilizzato per negare questa ipotesi, ma è stato fatto solo sui primi 700 metri di profondità, quindi inutile visto che si sta parlando degli abissi e che quello strato oceanico è soggetto alle variazioni stagionali.
Attenzione alle false correlazioni poi: a questa riduzione di temperatura media globale sembra sia associato un aumento dell'estensione dei ghiacci marini antartici stagionali. In verità i minimi estivi degli scorsi 6 anni sono i primi 6 per minima estensione raggiunta, e quello del settembre 2012 è al terzo posto. D'inverno i ghiacci si estendono di più perché il grande disgelo in corso ha desalinizzato l'acqua dei poli: l'acqua più dolce è più facile da ghiacciare, quindi in inverno il pack tende ad estendersi di più. Ma è poi l'estate ad operare la distruzione: il ghiaccio pluriennale nell'artico è quasi scomparso, mentre nell'Antartide il collasso delle piattaforme glaciali, che agiscono da "tappo" sui ghiacciai continentali, ha causato un aumento della loro velocità di scarico in mare fino a 20 volte. Per di più la variazione locale ai poli di temperatura media è la più forte dell'intero pianeta, sulla penisola antartica in 20 anni le temperature estive sono aumentate anche di 6-7 gradi.

La climatologia deve ancora capire bene quindi cosa sta accadendo, ma 10 anni non possono in alcun modo inficiare modelli che hanno funzionato bene su centinaia di anni si simulazione. Sarebbe come se per oggi fosse stata prevista pioggia, ma c'è il sole quindi la meteorologia va rifondata. Quando si parla di previsioni, climatiche o meteorologiche, c'è sempre un margine di incertezza e la possibilità di aver sbagliato. Con i sistemi fisici caotici non si scherza!

Vi linko l'articolo che ha portato a questa mia riflessione.
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/26/winter-is-coming-giugno-2013/
Nella mia opinione è un esempio di come non si deve prendere il problema, limitandosi alle spiegazioni trovate online o artigliandosi a qualunque possibilità di rinfacciare agli scienziati il loro lavoro.

Questo invece spiega l'anomalia degli anni sessanta:
https://www.newscientist.com/article/dn11639-climate-myths-the-cooling-after-1940-shows-co2-does-not-cause-warming.html#.UdRaXG0npcE

 


E infine, un link con l'animazione della calotta artica da quando esistono misurazioni: non sta aumentando per nulla, anzi.
https://www.youtube.com/watch?v=UaKqhRTqSlg

Brought to you by
Chi ha paura del buio? - NextSolarStorm Project - 4 luglio 2013

 



                                   DA PASTORE A PASTORE

Mahmoud Ahmamda, pastore, scrive a Lucrezia Marzolo, agricoltore e allevatore.

Lucrezia Marzolo legge la lettera di Mahmoud Hamanda.

NEL NOME DI DIO, CLEMENTE E MISERICORDIOSO

Cara Lucrezia,
mi hanno detto che sarebbe stata una donna a leggere la mia breve lettera, una donna che conosce la fatica dell’essere pastore, che si cimenta con la terra e i suoi prodotti. Complimenti!
Sono Mahmūd al-Ahmāmda, un pastore palestinese di Mufaqara, e rivolgo un saluto a tutti quanti i pastori in Palestina, all’estero e soprattutto in Italia, paese che ho visitato nel mese di febbraio, insieme a mia figlia, Sawsan, attivista per i diritti umani e studentessa. Siamo stati invitati da AssopacePalestina e da Luisa Morgantini che dal 1999, quando ci hanno cacciato e deportato dalle nostre terre e dalle nostre caverne è sempre stata con noi.
Abbiamo visitato diverse città, compresa Bologna, per raccontare della nostra situazione qui, nelle colline a Sud di Hebron, nel territorio che dovrebbe essere parte dello Stato di Palestina ed invece è occupato militarmente dall’esercito israeliano. Devo dirvi che io come pastore, insieme a tutti gli altri pastori e ai nostri animali, non soffriamo solo del tallone di ferro dei soldati, ma anche della follia e del razzismo dei coloni.
Io e Sawsan siamo stati colpiti dalla bellezza dell’Italia, dall’accoglienza calorosa che abbiamo ricevuto dalle persone che abbiamo incontrato.
Appena arrivato a Supino, in Ciociaria, ho subito chiesto a Luisa di poter incontrare un pastore e di vedere le pecore, sì perché, arrivando dall’aeroporto ho visto la campagna, con tanto verde e delle pecore ben pasciute e mi sono subito detto, pensando ai miei poveri animali sempre alla ricerca di cibo e di acqua, di come sono fortunate le pecore qui.
Salvatore, il pastore ciociaro che ho incontrato, è stato molto gentile, mi ha fatto vedere la produzione del formaggio, il recinto delle pecore, la tosatrice, ed io ho provato – lo confesso – un po’ d’invidia: noi non abbiamo una tosatrice, per la verità nel nostro villaggio non abbiamo neppure la luce, usiamo dei generatori ma il costo è enorme, perfino l’acqua la dobbiamo comprare dai camion pagandola a caro prezzo dagli israeliani, mentre i nostri pozzi sono stati chiusi e dirottati verso le colonie che hanno perfino le piscine. Il recinto per le pecore, non certamente grande e bello come quello di Salvatore, ci viene regolarmente distrutto dall’esercito, e quando non è l’esercito sono i coloni dei vicini insediamenti di Maon o di Carmel, che una volta mi hanno avvelenato tante pecore. Che dolore vederle lì morte.
Anche Salvatore mi ha detto di avere dei problemi, il costo della lana è caduto verticalmente, come da noi, e nessuno la utilizza più. Nel passato le nostre donne tessevano, ma era troppo lavoro e si perde anche la tradizione dei nostri bellissimi cappotti con lana di pecora interna.
Anche lui dice che fare il pastore è faticoso e vi è il problema dei costi del foraggio e di tanto altro, ma io però, con tutta onestà, penso che nessuno di voi abbia i nostri problemi, senza togliere nulla alle vostre difficoltà e pene.
Una volta quando ero giovane e non c’erano ancora i coloni, pascolavo le pecore e pensavo, suonavo, inventavo storie e – non ridete – scrivevo anche poesie. In Italia, un giovane mi ha chiesto: “che cosa pensi quando sei al pascolo?” Mi sono ritrovato a dirgli che in realtà l’unica cosa che mi attanaglia la mente è che spero che non arrivino i soldati a cacciarci via dal prato o i coloni mascherati che ci attaccano con pietre e bastoni, e che guardo con apprensione alle pecore che non riescono a trovare un filo d’erba perché dove c’è erba si sono insediati i coloni e così per noi è proibito pascolare.
Vi immaginate? E’ la nostra terra, di nostra proprietà, eppure arrivano persone dall’altro capo del mondo, dall’America, e dicono che la terrà è la loro per diritto divino, perché più di duemila anni fa qui vivevano gli israeliti. Ma anche noi abbiamo sempre vissuto qui, fin dai tempi di Davide, dentro le caverne che ci riparavano dal caldo dell’estate e dal freddo dell’inverno. Ma oggi, dicono i miei figli, noi stiamo lottando e resistendo per avere una casa, “per stare alla luce del sole” dice Sawsan, che è stata arrestata e tenuta in prigione, picchiata e bendata per dieci giorni perché, lei così piccola, si era messa davanti ai soldati che con le ruspe che demolivano la casa che ci eravamo costruiti con fatica.
Ti chiederai, cara, e vi chiederete, perché ci hanno distrutto la casa. Semplice: qui comandano le autorità israeliane, che non ci danno i permessi per costruire le case, ma noi vogliamo vivere e quindi ce le costruiamo anche senza permessi, è parte della nostra resistenza per non essere cacciati dalla nostra terra. Ad ogni modo, non pensate a grandi case, sto parlando di piccole stanze e quattro muri.
Ci dicono che la nostra è considerata area militare, per cui il nostro villaggio e altri 13 villaggi secondo i loro piani dovrebbero essere evacuati: più di 1500 persone allontanate per fare posto prima all’addestramento militare e poi certamente a nuove colonie.
Dovremmo veramente unire tutte le nostre forze e cercare di vivere nella giustizia e nella pace.
Noi vorremmo poter vivere in libertà, vorrei che le mie pecore potessero mangiare e bere e anche noi, vorrei che i miei figli e tutti gli altri potessero andare a scuola senza la paura di essere attaccati dai coloni come succede ai bimbi di altri villaggi che devono passare davanti alle colonie per andare nella scuola di At-Tuwani.
Non pensate però che ci lasceremo distruggere, ci siamo messi insieme pastori dei diversi villaggi, organizzati nei Comitati Popolari, e resistiamo in modo nonviolento, coscienti dei nostri diritti e di essere nel giusto. Anche le giovani donne si sono organizzate e stanno imparando ad usare i media per poter raccontare ciò che subiamo. Alle nostre iniziative partecipano anche cittadini israeliani, che sfidano il loro governo e che non vogliono essere complici di crimini internazionali, e che condividono con noi la durezza dell’occupazione militare, come i giovani di Operazione Colomba.
Abbiamo però bisogno di tutti voi: da soli non possiamo mettere fine all’occupazione militare israeliana delle nostre terre e vivere in pace nel nostro stato.
Sento che questa lettera è già un’azione e sono grato che venga letta all’interno del festival “Cuore di Palestina” e che voi in Italia possiate vedere ciò che i nostri artisti producono, malgrado la repressione e la scarsità di risorse.
Vi lascio facendo un invito, e non solo ai pastori o ai contadini ,ma a tutti e tutte: per capire davvero venite da noi a vedere con i vostri occhi e sentire con il vostro cuore, vi aspettiamo a braccia aperte qui ad al Mufaqqarah.
Sappiate però che se intraprendete questo viaggio non è perché rimanga nella vostra memoria, voi dovrete farlo diventare fertile, dovrete essere la nostra voce per raccontare al mondo del nostro bisogno e diritto di giustizia, di libertà, di pace.
Salam Al ekum – la pace sia con voi.

Mahmūd al-Ahmāmda
Al Mufaqqaraq, colline a sud di Hebron, Palestina

 

(Assopacepalestina Bologna)

IL PICCO DEL CICLO SOLARE 24 E' IL PIU' DEBOLE DEGLI ULTIMI 100 ANNI

 
 

Chi ha paura del buio?

Nonostante si trovi nel pieno picco del suo ciclo undecennale, avete visto tutti come siano state stravolte (in negativo) tutte le previsioni su questo massimo solare. Ora però ne parlano anche gli scienziati che, di lavoro, osservano il Sole.

Il massimo solare di quest'anno si sta delineando come il più debole nell'ultimo secolo ed il prossimo potrebbe essere ancora più blando: è quello che è venuto fuori durante il Solar Physics 2013 Meeting organizzato dalla Solar Physics Division della American Astronomical Society, che si è tenuto a Bozeman, in Montana (USA), dal 7 all'11 luglio scorso.

David Hathaway, del Marshall Space Flight Center della NASA a Huntsville (Alabama), ha detto: "E' il più piccolo massimo che abbiamo mai visto nell'era spaziale".

Come ben sapete, durante il massimo solare aumenta il numero delle macchie solari. Queste regioni scure sulla superficie del Sole (la fotosfera) sono la manifestazione esterna delle irregolarità del campo magnetico solare. Le macchie sono inoltre il punto di origine dei famosi brillamenti, o flare, tanto temuti perché capaci di danneggiare i satelliti, di spegnere le reti elettriche, di causare black-out radio e, nelle migliori delle ipotesi, di illuminare i cieli con meravigliose Aurore.

Giuliana de Toma, una scienziata dell'High Altitude Observatory in Colorado, ha detto che le macchie che stiamo osservando adesso, in questo picco estremamente calmo, hanno comunque la stessa area e luminosità di quando il Sole attraversava un picco più turbolento. "Ne abbiamo solo in numero minore, e questo è normale. E' per questo che i cicli deboli sono deboli, ma ciò non vuol dire necessariamente che ci stiamo avviando verso un nuovo minimo di Maunder."

La raccolta quotidiana dell'enorme mole di dati che abbiamo sul Sole sta finalmente aiutando gli scienziati a capire meglio le dinamiche solari, e migliorare le loro previsioni sulla potenza dei futuri cicli.

Dice Hathaway: "Potreste pensare che un ciclo solare debole è deludente per noi, ma piuttosto è il contrario. I flussi magnetici scorrono dalle macchie fino ai poli, finché nel punto massimo non invertono il campo magnetico solare. Abbiamo notato che la potenza dei campi magnetici nel momento dell'inversione è fondamentale per predire la potenza del ciclo successivo: infatti nel 2008, durante l'inversione che ha portato a questo ciclo, abbiamo osservato campi magnetici molto deboli. Nel 1986 invece osservammo campi magnetici fortissimi, che ci portarono al notevole ciclo solare 22" (durante il quale ci fu il flare X15 che innescò la famosa tempesta geomagnetica del marzo 1989, col black-out in Quebec che lasciò al buio 9 milioni di persone, NdR).

"I campi magnetici che stiamo osservando adesso si stanno avvicinando lentamente all'inversione, e questo ci fa credere che il massimo del prossimo ciclo solare, il 25, potrebbe essere ancora più debole" - ha continuato Hathaway - "Ancora non sappiamo a cosa sia dovuto tutto ciò, ma un ciclo debole ci può stare, soprattutto se vediamo i cicli degli ultimi 250 anni. Ancora non sappiamo perché succede o quali conseguenze ci saranno, ma abbiamo avuto cicli molto deboli anche all'inizio del 1800 e del 1900, senza conseguenze particolari sul nostro Pianeta."

E voi, cosa ne pensate? C'è purtroppo una bella fetta di gente che non crede nel surriscaldamento globale e "spera" in una nuova Era Glaciale (per chi si fosse perso l'approfondimento scritto dal nostro Lorenzo ecco il link https://on.fb.me/17bonx1) ma io penso che sia qualcosa di normale, da inserire in un contesto cronologico più ampio: magari tra qualche anno scopriremo che oltre il ciclo undecennale c'è anche un ciclo secolare, che è poi il pattern che potete vedere coi vostri stessi occhi dalla tabella a sinistra.

 

Massimiliano(da pagina fb Chi ha paura del buio)

Hashtags: ‪#‎SolarMaximum‬, ‪#‎MassimoSolare‬, ‪#‎SolarCycle24‬, ‪#‎CicloSolare24‬, ‪#‎Sole‬, ‪#‎Sun‬, ‪#‎Sunspots‬, ‪#‎MacchieSolari‬, ‪#‎Hathaway‬, ‪#‎SolarFlare‬, ‪#‎PiccolaEraGlaciale‬, ‪#‎LittleIceAge‬

Nessuno lo sa, ma 10 anni fa abbiamo rischiato la FINE DEL MONDO

 

Nessuno lo sa, ma 10 anni fa abbiamo rischiato la FINE DEL MONDO per aver provocato un’enorme esplosione nucleare sul pianeta Giove.

zzzgiove

NEL 2003 SON STATI LANCIATI 48 KG DI PLUTONIO RADIOATTIVO CONTRO GIOVE! E nessuno lo sa…
Il 19 Ottobre del 2003 un astrofilo dilettante, Olivier Meeckers,nel fotografare il pianeta Giove si è accorto che, vicino alla linea del suo equatore, si era formata una macchia nera di origine sconosciuta.
Furono formulate in quel momento diverse ipotesi, che si rivelarono tutte prive di un riscontro scientifico.
Si parlò dell’ombra proiettata da una delle sue lune sulla superficie del pianeta. Ma dai primi rudimentali calcoli fu verificato che la macchia nera non era della grandezza giusta per essere l’ombra di un pianeta, e che “ruotava” seguendo la velocità di rotazione di Giove e non delle sue lune, confermando che era proprio una specie di “buco” aperto sulla sua superficie.
Si pensò ad un impatto con qualche corpo celeste, come quello avvenuto nel 1994 con la cometa Shoemaker-Levy. Ma anche questa ipotesi fu scartata perché se vi fosse stato un corpo celeste di dimensioni tali da creare un “buco” su Giove di quelle dimensioni, sarebbe stato avvistato settimane o mesi
prima dell’impatto (cosa che non è accaduta). Le dimensioni infatti di quel buco erano approssimabili a quelle del nostro pianeta.
Qualcosa quindi di incredibile era accaduto su quel pianeta,qualcosa che non ha mai avuto una spiegazione ufficiale da coloro che gestiscono l’informazione pubblica e dalla NASA in primis.
Eppure, loro avrebbero avuto molte cose da dire su questo argomento, preferendo invece che questo “mistero” si perdesse nell’oblio.
Appena un mese prima la sonda Galileo è stata fatta precipitare sul pianeta Giove, per guasti dovuti all’usura della missione.Inizialmente la Nasa aveva previsto che la sonda finisse i suoi giorni sulla superficie di Europa ( una delle lune di Giove ), ma quando ci si è accorti che sotto la superficie ghiacciata di quel satellite vi poteva essere un’oceano brulicante di vita, si è cambiata idea per evitare di “compromettere” questa probabile
forma di vita aliena. Perchè? Pochi sanno che la sonda Galileo usava come propellente 48 kg di PLUTONIO 238. Quando la sonda è precipitata nell’atmosfera di Giove (composta per la maggior parte di idrogeno), è arrivata ad una profondità tale, che le forze combinate di pressione e temperatura hanno portato all’autoinnesco di questa specie di bomba nucleare da 800 chilotoni. La deflagrazione è avvenuta proprio il 19 ottobre 2003, ed è stata immortalata dall’astrofilo dilettante Meeckers. Le dimensioni di quel “buco” raggiunsero, come si è detto, quasi le dimensioni del nostro pianeta Terra.
Il rischio che abbiamo corso, è che il nucleo di Giove potesse raggiungere quella “massa critica” che avrebbe potuto farlo“autoaccendersi”, trasformandosi in un secondo sole.
Se questo infausto evento fosse successo, vi sarebbe stata una notevole massa di gas infuocato (gli strati esterni della superficie di giove) che avrebbe raggiunto il nostro pianeta, spazzando gli strati esterni della nostra atmosfera che ci proteggono dalle radiazioni solari, col risultato …della scomparsa di qualsiasi
forma di vita (sia vegetale che animale) sulla Terra.

zzzwwqwq

 

Questo articolo è stato pubblicato in Senza categoria da curiosity2013 .

La RUSSIA avverte Obama: Potrebbe essere necessaria una guerra per fermare la MONSANTO

 

Fonte: https://fractionsofreality.blogspot.it/2013/07/la-russia-avverte-obama-potrebbe-essere.html

22-930x350_0000036
FONTE
Tradotto e Riadattato da Fractions Of Reality
Mentre stavo ascoltando una recente intervista con Graham Hancock circa il suo nuovo romanzo e la sua conferenza TED , una sorprendente affermazione è stata fatta dal presidente russo Vladimir Putin che ha commentato come una guerra potrebbe essere la conseguenza necessaria per fermare la Monsanto Protection Act. Ero scettico, ma ha fatto un po ‘di ricerche scoprendo che la storia è più che fondata.
Il verbale scioccante relativo alla riunione del Presidente Putin il mese scorso con il Segretario di Stato John Kerryrivelano nel leader russo una “estrema indignazione” sulle scelte di Obama che ha continuato a garantire una protezione globale delle sementi e dell’impianto di bio-genetica dei giganti Syngenta e Monsanto a fronte di una crescente ” apocalisse di apri “che il Cremlino avverte” sarà certamente “la causa scatentate che porterà ad una guerra mondiale.”
 
Secondo alcune rivelazioni uscite dal Cremlino, precisamente dal Ministero delle Risorse Naturali e dell’Ambiente della Federazione Russa ( MNRE ), Putin si è arrabbiato così tanto per il rifiuto di Obama di discutere di questa grave situazione, che il leader Russo evitò per tre ore di incontrarsi persino con Kerry, che aveva viaggiato a Mosca per una missione diplomatica in programma da tempo. L’incontro avvenne, infine, per evitare di complicare ulteriormente le già difficili relazioni tra i due paesi.
Al centro di questa disputa tra Russia e Stati Uniti, questo rapporto MNRE dice, è la “prova indiscutibile” che una classe di insetticidi neuro-attivi chimicamente legati alla nicotina, noto come neonicotinoidi , stanno distruggendo il nostro pianeta e la popolazione di api. Inoltre il rapporto afferma che questo insetticida se lasciato incontrollato potrebbe distruggere la capacità del nostro mondo di coltivare abbastanza cibo per sfamare la popolazione.
La situazione è divenuta così grave, in base alle relazioni presenti nel MNRE, che la Commissione europea al completo (P), la scorsa settimana ha istituito un divieto precauzionale di due anni ( che inizierà il 1 dicembre 2013 ) su questipesticidi “ammazza api”. Seguendo l’esempio della Svizzera, Francia, Italia, Russia, Slovenia e Ucraina, ognuno dei quali aveva precedentemente bandito queste forme di organismi geneticamente modificati dal proprio territorio.
Due dei neonicotinoidi più temuti (e messi al bando) sono Actara e Cruiser fatte entrambe dall’azienda Bio-Tech svizzera e dal gigante dei pesticidi Syngenta AG che impiega oltre 26.000 persone in oltre 90 paesi ed è al terzo posto nelle vendite totali del mercato commerciale dei semi agricoli.

 

Importante da notare, in questa relazione si dice, che Syngenta, con i colossi del bio-tech come Monsanto, Bayer, Dow e DuPont, ora controlla quasi il 100% del mercato globale per piante, semi, pesticidi geneticamente modificati.
Da notare su Syngenta, secondo il rapporto che continua, che nel 2012 è stato ritenuto responsabile penalmente in Germania per nascondere il fatto che il suo mais geneticamente modificato ha provocato la morte di alcuni animali da bestiame, e per questo motivo venne intentata una class-action negli Stati Uniti per 105 milioni dollari dopo che si è scoprì era stato contaminato l’approvvigionamento potabile di circa 52 milioni di americani in più di 2.000 distretti idrici con la sua Atrazina un erbicida “gender-bending” .
Per quanto incredibilmente spaventoso questa situazione sia, il MNRE dice, può essere visto nel rapporto pubblicato lo scorso marzo dalla American Bird Conservancy ( ABC ) in cui hanno avvertito come tutto il nostro pianeta sia in pericolo, e come si può, in parte, leggere :
“Come parte di uno studio sugli impatti delle categorie più usate al mondo di insetticidi, i prodotti chimici di nicotina chiamati ‘neonicotinoidi’, la Bird Conservancy americana (ABC) ha chiesto il divieto del loro uso come trattamento per le sementi e la sospensione di tutte le sue applicazioni. L’obbiettivo è una revisione indipendente degli effetti prodotti su uccelli, invertebrati terrestri, acquatici e altri animali selvatici.”
E ‘chiaro che queste sostanze chimiche hanno la potenzialità di influenzare l’intere catene alimentare. La persistenza ambientale dei neonicotinoidi, la loro propensione per il deflusso e per le acque sotterranee di infiltrazione, le loro modalità cumulativa in gran parte irreversibili sollevano notevoli preoccupazioni ambientali “, ha detto Cynthia Palmer, co-autore del rapporto “pesticid Program Manager” per la ABC, una delle più importanti organizzazioni per la conservazione degli uccelli della nazione.
L’associazione ABC ha commissionato un esperto di fama mondiale nell’ambiente tossicologo Dr. Pierre Mineau per condurre la ricerca. Il rapporto di 100 pagine si chiama “L’impatto degli insetticidi più utilizzati dalle nazione sugli Uccelli”. All’interno troviamo una rassegna di 200 studi sul neonicotinoidi compresa la ricerca industriale ottenute grazie al Freedom of Information Act statunitense. La relazione valuta il rischio tossicologico per gli uccelli e dei sistemi acquatici e comprende ampi confronti con i più anziani pesticidi che i neonicotinoidi hanno sostituito. La valutazione conclude che i neonicotinoidi sono letali per gli uccelli e per i sistemi acquatici da cui dipendono.
“Un singolo kernel mais rivestito con un neonicotinoidi può uccidere un uccello”, ha detto Palmer. “Anche un minuscolo chicco di grano o colza trattato con la più antica neonicotinoidi – chiamato imidacloprid – può fatalmente avvelenare un uccello. E basta non più di un decimo di un seme di mais neonicotinoidi al giorno durante la stagione di deposizione delle uova per influire in maniera irreparabile sulla riproduzione di questi animali”.
Il nuovo rapporto conclude che i livelli di contaminazione da neonicotinoidi sia in acqua, sia in superficie, nei sotterranee degli Stati Uniti e in tutto il mondo sono già oltre la soglia massima per uccidere molti invertebrati acquatici. “
Seguendo rapidamente questo rapporto, il MRNE afferma che un folto gruppo apicoltori e ambientalisti americani hanno citato in giudizio il regime di Obama per il continuo uso di questi neonicotinoidi dichiarando: “Stiamo portando l’EPA in tribunale per la sua incapacità di proteggere le api da questi pesticidi. Nonostante i nostri migliori sforzi per mettere in guardia l’agenzia dai problemi posti dal neonicotinoidi, l’EPA ha continuato a ignorare i chiari segni di un sistema agricolo in difficoltà.”
E per quanto male il sistema agricolo del mondo sia diventato davvero a causa di queste piante geneticamente modificati, pesticidi e semi, questa relazione continua, basta vedere la proposta della Comunità Europea, la scorsa settimana, dopo il loro divieto di utilizzo dei neonicotinoidi. L’intenzione è di criminalizzare quasi tutti i semi e le piante non registrate presso l’Unione europea, e come si può, in parte, leggere :
Una nuova legge proposta dalla Commissione europea renderebbe illegale “crescere, riprodurre o commerciare” i semi di ortaggi che non siano stati “testati, approvati e accettati” da un nuova burocrazia europea denominata “Agenzia delle varietà vegetali nell’UE.”
Si chiama la “Riproduzione delle Piante per Legge marziale” e tenta di mettere il governo in carica di quasi tutte le piante e semi.”
Questo rapporto della MRNE puntualizza che anche se questa azione della Comunità Europea possono apparire draconiana, è tuttavia necessaria, al fine di eliminare il continente dalla continua contaminazione di queste“mostruosità di semenze”, geneticamente allevate.
Ciò che più sconcerta in tutto questo, afferma il rapporto del MRNE, e che ha portato alla rabbia di Putin nei confronti degli Stati Uniti, sono gli sforzi di Obama per proteggere i profitti dei produttori di pesticidinonostante il catastrofico danno che si sta producendo per l’ambiente. Altra conferma arriva dal Guardian News Service nel loro dettagliato articolo del 2 maggio dal titolo “Gli Stati uniti respingono l’affermazione secondo cui gli insetticida Americani sono la principale causa della moria di Api in giro per il mondo” e che, in parte, dice:
L’Unione europea ha votato questa settimana per una squalifica di due anni su una classe di pesticidi, noto come neonicotinoidi, che è stato associato con il crollo delle api. Il rapporto del governo degli Stati Uniti, al contrario, ha trovato molteplici cause per il crollo delle api “.
Per comprendere il “vero” motivo per cui Obama ha garantito protezione a questi giganti del bio-tech che distruggono il nostro mondo, il MRNE dice che possono essere visualizzati nel report intitolato “ Come ha fatto Barack Obama a diventare, di fatto, l’uomo della Monsanto a Washington? ”e che, in parte, dice:
Dopo la sua vittoria nelle elezioni del 2008, Obama ha riempito i posti chiave con le persone della Monsanto, nelle agenzie federali che esercitano un’enorme forza in questioni alimentari, l’USDA e la FDA: Al USDA, come direttore dell’Istituto Nazionale di Alimentazione e dell’Agricoltura è stato nominato Roger Beachy, ex direttore della Monsanto Danforth Center. Come vice commissario della FDA, il nuovo reparto dedicato alle sicurezze alimentari, il famigerato Michael Taylor, ex vice-presidente per la politica pubblica della Monsanto. Taylor era stato determinante per ottenere l’approvazione all’ormone geneticamente modificato della crescita Bovina della Monsanto.”
Ancora peggio, dopo che la Russia ha sospeso l’importazione e l’uso di un Mais della Monsanto geneticamente modificato a seguito di uno studio che suggerisce un legame tra il cancro al seno e la semenza della Monsanto, lo scorso settembre, Russia Today News Service ha riportato la seguente risposa Obama:
“Gli Stati Uniti tramite la Camera dei Rappresentanti ha approvato all’ultimo istante una legge sull’Agricoltura – tra cui una disposizione di tutela delle sementi geneticamente modificate dal contenzioso Legale a fronte di rischi per la salute.
L’allarme è stato lanciato dopo che si è venuti a conoscenza della possibilità che i tribunali federali potrebbero essere inibiti dal potere fermare immediatamente l’impianto e la vendita di organismi geneticamente modificati (OGM ) e la coltura da semi a prescindere da qualsiasi preoccupazione per la salute dei consumatori.
Il provvedimento sarebbe dovuto essere vagliato attraverso i comitati agricoli o dalla Magistratura per essere revisionato. Invece non si è tenuta alcuna udienza e la legge era evidentemente sconosciuta persino alla maggior parte dei democratici (che detengono la maggioranza al Senato) prima della sua approvazione all’interno del HR 993, il disegno di legge creato per il finanziamento a breve termine, approvato al fine di evitare una chiusura del governo federale “.
Il 26 marzo Obama ha tranquillamente firmato questa “Monsanto Protection Act” trasformandola in legge ed assicurando così che il popolo americano non abbia alcun possibile ricorso da attuare contro questo gigante del bio-tech. Il futuro ci riserverà decine di milioni di malati e molti milioni sicuramente finiranno per morire in quanto questo rapporto della MRNE racconta dettagliatamente la più grande apocalisse agricola nella storia dell’umanità oltre il 90% api selvatiche negli Stati Uniti è già estinta, e fino al 80% delle api domestiche sono morte.

 2983 22 9 3106

 

GLOBAL WARMING vs NUOVA ERA GLACIALE: chi ha ragione?

da Chi ha paura del buio? (Note) Giovedì 4 luglio 2013 alle ore 16.54



- Presentazione di Massimiliano Bellisario -

Innanzitutto benvenuti cari amici di "Chi ha paura del buio?": state per leggere il primo articolo scritto da un utente come voi, Lorenzo, che ha gentilmente donato il suo tempo per farci comprendere meglio l'argomento "cambiamento climatico".
Su Facebook ultimamente ci sono pagine che hanno preso come cavallo di battaglia il mancato Massimo Solare, indicandolo come sicura causa di una imminente glaciazione: poiché all'essere umano non piace essere rassicurato ma adora essere terrorizzato, queste pagine stanno avendo un discreto successo. Il problema è che non fanno vera divulgazione scientifica, poiché non espongono gli argomenti da un punto di vista neutrale, come si fa (o si dovrebbe fare) in qualunque attività didattica che si rispetti.
Questo aspetto invece ha sempre contraddistinto la mia pagina, e non mi importa se i "followers" non crescono al ritmo di centinaia al giorno: preferisco un post semplice, chiaro e ottimista con 20 likes, piuttosto che un testo catastrofico, ricco di imprecisioni, che faccia decine e decine di condivisioni.
Bene quindi, vi lascio all'approfondimento, fiducioso che stimoli la vostra curiosità e che possa chiarire alcuni dubbi che avete, come è successo con me.
Ringrazio Lorenzo per l'articolo, e tutti voi per la fedeltà con cui mi seguite ogni giorno.

Buona lettura!

Massimiliano



GLOBAL WARMING vs NUOVA ERA GLACIALE: dov'è la verità? di Lorenzo Colombo

 

In questi ultimi tempi il cambiamento climatico è stato al centro di molte discussioni e studi scientifici, e ha visto acuirsi lo scontro tra "serristi" e "negazionisti". La nascita dei social network e la diffusione capillare di Internet hanno permesso a chiunque di accedere a dati, studi e teorie, permettendo così di proporre le proprie o analizzare quelle altrui.
A seguito di ciò teorie complottistiche, di oscurantismo o di geni incompresi fanno sempre più presa sulla società, basti pensare al famoso 21/12/2012. E anche la climatologia, i cui studi dovrebbero influenzare moltissimi aspetti della nostra società, ne è stata colpita. L'ultima è quella dell'era glaciale da minimo di Maunder.

Parliamo ora dei dati degli ultimi anni, e cerchiamo di analizzarli criticamente usando un minimo di fisica del clima e di teoria dei sistemi dinamici.
I dati indicano chiaramente come in questo ultimo decennio (dal 2000 in poi all'incirca) la temperatura globale si sia comportata diversamente da quanto previsto dai modelli climatici attuali, scendendo invece di salire. Quindi in contrasto ai fantomatici gas serra, che aumentando porterebbero a un aumento della temperatura. Di conseguenza molti hanno pensato che tutto ciò che ci viene detto da 30 anni a questa parte, cioè che le attività antropiche stiano modificando il clima facendo riscaldare il pianeta, sia una bufala bell'è buona.


In primo luogo, che cos'è il clima: è un comportamento medio delle condizioni planetarie, costituito da un'intricatissima rete di processi (feedback) che si autoalimentano (positivi , destabilizzanti) o autolimitano (negativi, stabilizzanti). Un esempio di feedback positivo è quello ghiaccio-albedo: un aumento di temperatura fa sciogliere più ghiaccio, al posto del ghiaccio rimane terreno, o oceano, più scuro, che assorbe meglio la radiazione facendo aumentare la temperatura e facendo sciogliere ancora più ghiaccio, e così via. Un feedback negativo è invece quello della fotosintesi oceanica: un aumento di luce causa più fotosintesi, che produce più DMS (Dimetilsolfato). Il DMS aiuta la nucleazione delle nuvole, diminuendo la luce in superficie e riducendo la fotosintesi, opponendosi così alla causa. Sono solo due dei processi considerati, visto che una stessa causa può causare feedback climatici sia positivi che negativi, e capire il peso dei vari processi non è molto semplice.

L'intero sistema climatico terrestre è regolato dalla forzante solare, cioè l'energia depositata dal Sole sul nostro Pianeta, l'unico motore del clima. E ovviamente il valore di tale forzante varia in funzione della quantità di luce assorbita o riflessa in dall'atmosfera.
L'atmosfera è costituita da molti gas, principalmente azoto, ossigeno, vapore acqueo, anidride carbonica, ozono e altri in varie percentuali. Quindi bisogna studiare come si comportano questi gas e in che modo trasmettono l'energia: infatti il Sole ci illumina con luce essenzialmente nelle frequenze del visibile, mentre la Terra reirradia nello spazio nelle frequenze dell'infrarosso. L'azoto molecolare è abbastanza neutro in merito, così come l'ossigeno: sono molecole biatomiche, circa trasparenti a ogni lunghezza d'onda della luce. Sono la CO2 e il vapore i due gas che impediscono al pianeta di congelare. Infatti le loro molecole sono trasparenti al visibile, permettono alla luce solare di arrivare a terra, mentre sono opache all'infrarosso, impedendo alla radiazione riflessa terrestre di essere emessa nello spazio. Senza di loro il pianeta congelerebbe. Si chiamano quindi "gas serra", e variazioni delle concentrazioni di questi gas causano variazioni della temperatura globale. Nello specifico il vapore acqueo è molto più potente della CO2 come gas serra, e non ne ho nominati moltissimi altri che bene o male contribuiscono. Ma mentre il vapore acqueo è rimasto costante, la concentrazione della CO2 atmosferica dall'epoca preindustriale è aumentata del 50%, di conseguenza anche il suo effetto è aumentato (non è correlato linearmente, ma quasi). E infatti le registrazioni storiche e i metodi di proxydata (dendrocronologia dagli alberi, carotaggi ai poli) indicano come anche la temperatura globale sia aumentata, e come ciò avvenga alternativamente da milioni di anni. I vari cicli glaciali sono sempre corrisposti a variazioni della CO2. Cosa scatenasse le variazioni di concentrazione è oggetto di studio (teoria dei cicli di Milankovitch), ed è qui che torniamo ai giorni nostri.

Come detto negli ultimi dieci - dodici anni le temperature globali si sono stabilizzate e in alcuni punti sono anche scese, si è assistito a un aumento di fenomeni alluvionali o gelate tardive e a quanto sembra il Sole ha deciso che questo massimo solare lo salta a piè pari. Tutto mentre continuiamo a registrare il precipitoso aumento della CO2 (3-4 ppm all'anno ormai), assunta come guida del clima. Perché la CO2 come forzante principale del clima, in sé molto più complesso? Perché è quella che sta variando più rapidamente di tutte, e quindi il suo effetto soverchia gli altri, è una questione di tempo scala dell'azione.
Innanzitutto il Clima è un discorso di media su un lungo periodo, molto lungo. In climatologia NON si può prendere un periodo di soli 10 anni e confrontarlo con delle previsioni, ne servono almeno 30. Per esempio l'importante fenomeno del Niño ricorre su una scala di 5-7 anni, e quindi 10 non bastano per tenerne conto, anzi portano a risultati erronei.

Il fatto che per 10 anni le temperature si siano stabilizzate non basta per sostenere che i modelli climatici siano da buttare e che il riscaldamento sia una bufala, la deviazione non è durata per un tempo sufficiente.
C'è inoltre un precedente: il periodo del boom economico. Dai tardi anni quaranta fino alla fine degli anni settanta la temperatura globale invertì il comportamento, come adesso, e i modelli fallivano nello spiegare questa variazione. Finché non si è deciso di introdurre qualche parametro additivo: gli aerosol.

Dopo la seconda guerra mondiale la produzione industriale globale conobbe un vero e proprio boom, aumentando enormemente le emissioni, oltre che di CO2, di polveri e composti dello zolfo. Le anidridi dello zolfo sono dei gas anti-serra, riflettono la luce nello spazio e impediscono al pianeta di riceverla, mentre gli aerosol facilitano la condensazione di nubi, anche loro riflettenti. Questi due meccanismi equilibrarono la CO2, aiutati poi da un'eruzione vulcanica del monte Agung che immise ulteriore anidride solforica in atmosfera. Con l'introduzione però del "Clean Air Act" in Europa e in America la produzione di queste sostanze calò bruscamente. Il problema dei solfati è che rimangono per breve tempo in atmosfera, prima di combinarsi con l'acqua e precipitare come piogge acide. Di conseguenza il loro effetto mitigante cessò, e la temperatura riprese a salire. I climatologi hanno inserito questi parametri addizionali nei modelli, e ora questi simulano perfettamente il trend di quel periodo, senza deviazioni.
Bisogna quindi spiegare l'improvvisa deviazione attuale dai modelli climatici, che ripeto simulano molto bene il comportamento del pianeta negli ultimi 300 anni, dobbiamo trovare una spiegazione a questo "calore mancante".

Quali cause possono concorrere a diminuire la temperatura globale? Cosa non è stato ancora considerato bene?

1) L'effetto della CO2 è stato sovrastimato. Questa è la spiegazione più improbabile, spesso brandita da negazionisti fanatici. La CO2 scalda, punto. Quindi se l'effetto era sovrastimato la temperatura non può diminuire, al massimo cresce più lentamente. I dati stessi negano questa ipotesi. Tutti i gas serra sono in aumento, quindi la causa del raffreddamento è da ricercarsi altrove.

2) Il Sole ci scalda di meno. Sembra che ci sia una correlazione tra il Minimo di Maunder e la Piccola era Glaciale: il periodo di attività minima prolungata potrebbe aver causato una riduzione delle temperature globali nel 1700. Questa ipotesi tuttavia non è applicabile al presente problema: in primo luogo l'inversione del trend ha preceduto (2001-3) il mancato massimo solare (2012), e per di più è cominciata in pieno massimo. Inoltre, anche se assopito, il massimo di attività è in corso, e non è confrontabile alla situazione di minimo piatto del tardo settecento. Se in futuro il Sole entrasse in un nuovo minimo di Maunder allora c'è la concreta possibilità che si riverifichi la piccola era glaciale, ma è una conseguenza di un evento che deve ancora avvenire e non può quindi spiegare l'attuale situazione.
In secondo luogo il ciclo solare è incluso all'interno dei modelli climatici da decenni ormai. Se leggete che "c'è stato oscurantismo sul Sole" è un'invenzione, siccome è proprio il Sole il motore del clima il suo umore è tenuto in primo piano. Tuttavia della nostra stella conosciamo ancora poco, sia del suo ciclo (vedi Maunder, non si ha la benché minima idea della sua causa) sia dell'interazione del vento solare con l'atmosfera e con i processi di nucleazione delle nuvole. Del lavoro in questo senso da fare c'è, eccome, ma anche nella peggiore delle ipotesi non può invertire un trend secolare in appena dieci anni. Se il Sole mostrasse una tale variabilità nei suoi cicli non ci sarebbero le ere glaciali. Le piccole e lente variazioni che le causano sarebbero soverchiate dal "rumore" del ciclo undecennale del Sole. Se è il Sole allora può agire solo su scale molto lunghe, di nuovo si parla di secoli. E sembra che effettivamente sia così, ma abbiamo troppi pochi dati (circa 400 anni) e solo tra altri 400 ne sapremo abbastanza in merito.

3) Effetti di feedback compresi male: è il caso degli aerosol. Infatti queste particelle sospese possono sia generare nuvole chiare, e quindi riflettere il calore, sia sporcare i cieli rendendoli più scuri, assorbendo il calore (tipo le polveri carboniose). Negli ultimi venti anni c'è stato il boom economico della grande Asia: Cina, India, Indonesia e la penisola del Siam sono perennemente avvolte in soffocanti coltri di smog e polveri, non applicando nessuna regolamentazione alle emissioni industriali. Potremmo essere davanti a una ripetizione del trend climatico degli anni '60. Il problema sta nella scarsa comprensione dei processi relativi agli aerosol industriali. Anche qui quindi c'è del lavoro da fare. Persino la polvere sollevata dai deserti sembra avere effetti locali imprevisti.

4) L'oceano. Il grande moderatore del clima terrestre. Quello che si sta studiando è che l'oceano potrebbe aver cominciato 10 anni fa a immagazzinare nelle profondità più calore del previsto, per via del superamento di quello che in sistemi dinamici si chiama un punto d'equilibrio critico. Prima del punto critico c'è un comportamento, al suo superamento questo cambia radicalmente. Attualmente a 4000 metri al temperatura dell'acqua è intorno agli zero gradi, mentre durante il Cretaceo, periodo di Terra tropicale, era di ben 15 gradi! La massa d'acqua è talmente grande, e l'acqua immagazzina talmente tanto calore, che potremmo non essere ancora in grado di misurare questo aumento della temperatura in profondità, pur se questo è cominciato. C'è uno studio che viene utilizzato per negare questa ipotesi, ma è stato fatto solo sui primi 700 metri di profondità, quindi inutile visto che si sta parlando degli abissi e che quello strato oceanico è soggetto alle variazioni stagionali.
Attenzione alle false correlazioni poi: a questa riduzione di temperatura media globale sembra sia associato un aumento dell'estensione dei ghiacci marini antartici stagionali. In verità i minimi estivi degli scorsi 6 anni sono i primi 6 per minima estensione raggiunta, e quello del settembre 2012 è al terzo posto. D'inverno i ghiacci si estendono di più perché il grande disgelo in corso ha desalinizzato l'acqua dei poli: l'acqua più dolce è più facile da ghiacciare, quindi in inverno il pack tende ad estendersi di più. Ma è poi l'estate ad operare la distruzione: il ghiaccio pluriennale nell'artico è quasi scomparso, mentre nell'Antartide il collasso delle piattaforme glaciali, che agiscono da "tappo" sui ghiacciai continentali, ha causato un aumento della loro velocità di scarico in mare fino a 20 volte. Per di più la variazione locale ai poli di temperatura media è la più forte dell'intero pianeta, sulla penisola antartica in 20 anni le temperature estive sono aumentate anche di 6-7 gradi.

La climatologia deve ancora capire bene quindi cosa sta accadendo, ma 10 anni non possono in alcun modo inficiare modelli che hanno funzionato bene su centinaia di anni si simulazione. Sarebbe come se per oggi fosse stata prevista pioggia, ma c'è il sole quindi la meteorologia va rifondata. Quando si parla di previsioni, climatiche o meteorologiche, c'è sempre un margine di incertezza e la possibilità di aver sbagliato. Con i sistemi fisici caotici non si scherza!

Vi linko l'articolo che ha portato a questa mia riflessione.
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/06/26/winter-is-coming-giugno-2013/
Nella mia opinione è un esempio di come non si deve prendere il problema, limitandosi alle spiegazioni trovate online o artigliandosi a qualunque possibilità di rinfacciare agli scienziati il loro lavoro.

Questo invece spiega l'anomalia degli anni sessanta:
https://www.newscientist.com/article/dn11639-climate-myths-the-cooling-after-1940-shows-co2-does-not-cause-warming.html#.UdRaXG0npcE

 


E infine, un link con l'animazione della calotta artica da quando esistono misurazioni: non sta aumentando per nulla, anzi.
https://www.youtube.com/watch?v=UaKqhRTqSlg

Brought to you by
Chi ha paura del buio? - NextSolarStorm Project - 4 luglio 2013

 

 

LA CRISI DELL'UOMO

 

 E’ vero che oggi stiamo vivendo in un’epoca senza valori? È questo che porta l’individuo e l’intera umanità alla così detta crisi esistenziale?

 Siamo continuamente scossi da notizie tragiche, suicidi, omicidi, genitori che uccidono i figli e viceversa, stragi quasi annunciate e attribuite a momenti di follia o a un termine ormai abusato come la depressione. Spesso si sente dire che tutto questo dipende dalla mancanza di quei valori che dovrebbero guidarci e darci una giusta dimensione della realtà.  Come si può spiegare questa crisi di valori?

 A dettare questi gesti estremi troviamo spesso un’incapacità di chi li compie ad affermare la propria individualità: un forte disorientamento che porta all’impossibilità di percepire e definire con chiarezza la propria individualità. L’individualità, le proprie esigenze, i propri pensieri, finisce per prendere il sopravvento su tutto quello che ci circonda.

 Si ha l’impressione che quello che sfugge al nostro controllo e alla nostra comprensione crei un senso di disagio, ma perché si arriva a temere così quello che non si riesca a capire e a spiegare?

 L’uomo è atterrito, angosciato, annichilito. Gli sembra di non avere un volto, un’identità, uno sguardo, in un mondo vuoto, privo ormai di alcun senso, di certezze, di riferimenti metafisici.

Il mondo moderno è succube di una crisi morale, la quale ha portato l’umanità nell’angoscia dell’assurdo e alla perdita delle certezze ultime dell’uomo. Crollano i valori, il nulla è il fondamento nascosto del mondo, l'uomo si è rinchiuso nella gabbia della libertà, dell'esaltazione dell'io, dell'esteriorità rinunciando a essere se stesso.

 L’uomo non riesce più a provare pietà, non conosce più l’amicizia, la ribellione e la speranza: la crisi porta alla rinuncia di essere uomo, anche se la sfida è il contrario: recuperarsi come tale, riandare verso se stessi per rigovernarsi (governo di sé, saper partecipare alla propria vita, avere autorità di sé), attraverso un processo di maturazione  per imparare a praticare l'adultità del sé per avere consapevolezza continua del proprio progetto.

Dovrebbe spogliarsi del vecchio abito mentale per acquisire la convinzione di non possedere più la verità con la V maiuscola e conquistare, invece, la capacità di porre i problemi, di imparare a interpretarli con una nuova riflessività sulla memoria che gli consentirà di vedere che può esportare nel futuro.

E' dalla memoria che gli arriverà il richiamo a quello che è stato per proiettarlo in un nuovo progetto: ogni persona ha una responsabilità unica nei confronti di sé e degli altri, è il fuoco centrale che si fa filtro tra sé e il mondo.

Non posso essere neutro, devo ritrovare i valori del giusto e dell'equo, del bene comune, il principio forte della relazionalità e della condivisione attraverso le categorie dell' amore, del dono, del riconoscimento di appartenenza dell' altro alla comunità.(Angela Baldi)

“Davanti a noi stanno cose migliori di quelle che ci siamo lasciati alle spalle.” (Clive Staples Lewis)

 

L'ACCIDIA

Per molti è negligenza, indifferenza, instabilità, pessimismo, sconforto, noia, indolenza, pigrizia... È il malvivere e non è solo di oggi.

 Da sempre se ne parla come di un male dell’anima. Oggi, però,  si guarda con preoccupazione  perché ha intaccato il modo di vivere delle nostre società.

 L’ACCIDIOSO lo riconosci subito perché è spento fin da quando apre gli occhi al mattino. Tutto gli pesa. Dentro gli manca qualcosa che lo faccia sentire vivo, interessato, disponibile.

 Non è  un pigro e un fannullone, perché lavora, ma come uno scolaro svogliato oppure, per reazione alla fatica di vivere, si lancia in un attivismo esasperato.

L’accidia si annida nella frenesia del nostro tempo quando ci sforziamo  di mostrare ogni giorno nuovi interessi, tanti impegni, grande dinamismo e riempiamo la giornata con mille sciocchezze, ma non ci accorgiamo che il cuore si è svuotato lentamente.

Il significato del termine accidia è oggi vago, ma resta fortemente connotato, nelle culture cristiane, di implicazioni moralistiche e negative. Nel cattolicesimo l'accidia è uno dei sette vizi capitali e consiste nell’indolenza a praticare il bene, cioè, ad esempio nel vedere che qualcuno ha bisogno, ma non lo si aiuta, che qualcosa va storto, ma non si interviene per modificare quella condizione. Oggi non ci rendiamo conto della presenza di questo grave male, eppure è molto presente nella nostra società. L’accidia è sinonimo di pigrizia, può essere addirittura fenomeno di depressione, e può causare, nei casi più gravi, anche il suicidio.

Ma come accade tutto ciò?

L’accidia attecchisce in una vita tutta giocata in superficie, nel fare e strafare: prima o poi da dentro affiora il vuoto, un vuoto intriso di nulla.

Si può vincere e i suggerimenti non mancano:

-non stupirsi dei propri limiti e fallimenti;

- dare un senso a tutto ciò che si fa;

- non rimandare le decisioni da prendere;

-assumersi le proprie responsabilità e, soprattutto, nei momenti in cui tutto è nero e da buttare, compresi se stessi, non cedere alla tentazione di rimettere tutto in discussione arrivando a decisioni drastiche.

Dobbiamo convincerci che non siamo in questo mondo per puro caso, ogni uomo e ogni donna portano nel loro intimo una vocazione, una chiamata alla vita e questa bisogna saperla scoprire, ascoltare e seguirla. Imparare ,quindi, a stare con se stessi, conoscersi e accettarsi nei limiti e nella fragilità che è di tutti gli individui per poi ricercare negli altri il senso vero del rapporto umano: la convivenza solidale che bisogna stabilire e tessere nella comunità degli esseri viventi.(Angela)

La stupidità

 Le persone intelligenti tendono sempre, inesorabilmente, a sottovalutare i rischi connessi alla stupidità,  senza rendersi conto, che  la stupidità sarebbe  ancora più pericolosa della crudeltà che può essere prevista e affrontata.

Forse allo scopo di esorcizzarne il timore, da sempre si tende a rappresentare la stupidità in chiave comica. Sono stupidi molti protagonisti di commedie di successo, alcune figure della letteratura, sono stupidi i carabinieri protagonisti di molte barzellette, e lo sono molto spesso gli asini delle favole, da quello di Buridano al ciuco in cui si trasforma Pinocchio quando smette di studiare per poter solo gozzovigliare.

 “La stupidità ha un suo fascino, ed è persino riposante” scriveva lo scrittore e umorista Ennio Flaiano.”Le persone e i libri più sciocchi sono quelli che più ci ammaliano, che più ci tentano e che ci tolgono ogni difesa”.

Ma attenzione: ridere della stupidità potrebbe renderla “simpatica” e quindi portare a sottovalutarla ulteriormente. Se infatti nella finzione lo stupido è perfettamente riconoscibile come tale, ben diversa è la situazione nella realtà.

La stupidità, anzitutto, è inconsapevole e recidiva. Il pericolo della stupidità deriva anche dal fatto che lo stupido non sa di essere stupido. Ciò contribuisce a dare maggiore forza ed efficacia alla sua azione devastatrice. Lo stupido infatti non riconosce i propri limiti, resta fossilizzato nelle proprie convinzioni, non sa cambiare. Nell’ambito clinico la stupidità è la malattia peggiore, perché è inguaribile. Lo stupido è portato a ripetere sempre gli stessi comportamenti perché non è in grado di capire il danno che fa e quindi non può  autocorreggersi.

La stupidità è anche contagiosa. Questo spiega anche come interi popoli possono essere facilmente condizionati a perseguire obiettivi folli. Un fenomeno ben noto in psicologia. Il contagio emotivo proprio del gruppo diminuisce le capacità critiche, crea corto-circuiti cognitivi. Si verifica la cosiddetta “polarizzazione della presa di decisione”, si sceglie la soluzione più semplice, che spesso è anche la meno intelligente.

Oltre alla collettività, c’è un altro fattore che sembra amplificare la stupidità: il trovarsi in una posizione di comando. “Si paga caro l’acquisto del potere: il potere rende stupidi” scriveva il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Perché? Le persone al potere sono spesso indotte a pensare che proprio perché sono al potere sono migliori, più capaci, più intelligenti, più sagge del resto dell’umanità. Inoltre sono circondate da cortigiani, seguaci e profittatori che rinforzano continuamente questa illusione. Così chi è al governo arriva a compiere le più grosse sciocchezze in mezzo all’accondiscendenza generale: come nella favola dell’imperatore che, convinto di indossare abiti bellissimi, sfilava invece tra i suoi sudditi completamente nudo. Una favola che non esaspera poi tanto quello che accade nella realtà. Spesso nella quotidianità accade anche a chi si crede migliore degli altri.

Ma… e se lo stupido fossi io?

A questo punto urge una riflessione. Poiché una caratteristica degli stupidi è non sapere di esserlo, se pensiamo di non esserlo, non possiamo in realtà escludere che lo siamo, almeno qualche volta o almeno sotto qualche aspetto.  Ma quello di pensare che solo gli altri siano stupidi è un circolo vizioso altrettanto stupido. Si può infatti arrivare a convincersi che tutto sia stupido, e che al dominio della stupidità ci si debba adeguare. Ma in questo modo si finisce per essere, o sembrare, stupido. Invece in ognuno di noi c’è un fattore di stupidità che è sempre maggiore di quello che pensiamo . E che probabilmente ha anche una sua funzione evolutiva: serve infatti a farci compiere atti avventati, che in molti casi possono essere più utili che il non fare nulla. La stupidità, insomma, ci permette di sbagliare, e nell’esperienza dell’errore c’è sempre un progresso della conoscenza. Nell’elogio della pazzia, Erasmo da Rotterdam sostiene addirittura che senza certe stupidaggini non saremmo neppure venuti al mondo. La stupidità, in quanto atteggiamento irrazionale, consente all’uomo di accettare sfide che normalmente non accetterebbe. Il punto chiave, quindi, è riconoscere i propri errori e correggersi. E’ invece pericoloso non sbagliare o illudersi di essere infallibili, dire -ho sbagliato- non è solo onesto: è un modo intelligente per ridurre il potere della stupidità. Il più stupido degli stupidi è chi crede di non sbagliare mai.(Angela)

 

LA CONDIVISIONE

La condivisione per sua  definizione è l'utilizzo in comune di una risorsa o di uno spazio, in senso stretto si riferisce all'uso congiunto o alternato di un bene finito o di un'informazione.

 Il tema è strettamente intrecciato alle problematiche economiche e sociali dovute alla  crisi che ha favorito il dibattito  sui temi della condivisione e del solidarismo, intesi come possibili vie per risolvere molti dei problemi del mondo moderno. Sostituendosi alla competizione, all’avidità e all’egoismo, la condivisione e la cooperazione sono considerate le vie d’accesso più importanti alla felicità dei singoli e dei gruppi, essendo in grado di favorire un clima più sereno, grazie al quale può essere apprezzata meglio la bellezza delle relazioni e il rispetto per l’ambiente.

Secondo Raj Patel «Il grave dissesto del settore finanziario ha dimostrato che le più acute menti matematiche del pianeta, con il sostegno con ingenti disponibilità economiche, avevano fabbricato non tanto un motore scattante di eterna prosperità quanto un carrozzone di traffici, swap e speculazioni temerarie che inevitabilmente dovevano cadere a pezzi. A provocare la recessione non è stata una lacuna di conoscenze in campo economico, bensì l’eccesso di un particolare tipo di sapere, un’indigestione di spirito del capitalismo.>>

Al contrario è accaduto che,con la crisi, invece di inventare qualcosa di nuovo e avere il coraggio di voltare pagina, le istituzioni non hanno fatto nulla ed è in questo che s'individua la vera crisi e dalla quale bisognerebbe ripartire per ripensare il passato e mettere in discussione il rapporto che gli uomini hanno fra loro e con il mondo.

Bisognerebbe  individuare nella condivisione un nuovo atteggiamento possibile per fare fronte a una crisi che non è solo economica o pertinente al mondo finanziario, ma che coinvolge direttamente il sistema dei valori etici.

 La “crescita economica”  non produce più benessere né migliora la qualità della vita degli individui, i quali si orienterebbero sempre di più verso una cultura del dono , un orientamento che segna una grande presa di distanza dal feticismo dell’oggetto, arrivando a considerare possibile il vivere una vita più soddisfacente e ricca di emozioni positive a partire da nuove categorie di pensiero con le quali interpretare le relazioni interpersonali e la vita sociale. La condivisione può essere una di queste categorie, favorendo la rottura di vecchi modi di pensare e una proiezione verso il futuro capace di tenere conto della dimensione collettiva e non solo quella individuale.

In chiave metafisica, mostra la capacità dell’uomo di svelare il proprio potenziale creativo e giungere alla felicità cooperando assieme agli altri uomini per la ricostruzione di ogni settore delle attività umane. Nell’accettazione del principio di condivisione risiede la risposta alla crisi politica ed economica che l’umanità sta attraversando e il primo passo per creare le condizioni sociali di un mondo più giusto.  «Come prima cosa si deve imparare a essere uomini. Ed essere uomini significa riconoscere il valore della condivisione e prendere i bisogni del proprio fratello come misura per le proprie azioni, senza mai dimenticare che gli altri esistono in noi, come noi siamo negli altri»(Braggio)

I temi del dono, della solidarietà e di uno stile di vita sobrio, caratterizzato da meno consumi materiali e più ricchezza interiore, giocano un ruolo chiave che rivaluta l’uomo perché essere spirituale, capace di andare oltre il proprio ego e di dare un valore alla propria vita prendendosi cura degli altri.

Nella società attuale, invece, l’individuo è spinto costantemente a pensare prima a se stesso e a soddisfare una vasta gamma di desideri inutili.

Un' Ong britannica, la New Economics Foundation, elabora da diversi anni, in conformità a inchieste, un indice della felicità (happy placet index) che ribalta l’ordine classico del Pil pro capite e anche quello dell’indice di sviluppo umano (Isu). Per il 2009 la classifica stabilita dall' Ong vede in testa il Costa Rica, seguito dalla Repubblica Dominicana, dalla Giamaica e dal Guatemala. Gli Stati Uniti vengono soltanto al 114° posto.

Questo paradosso si spiega con il fatto che la società cosiddetta «sviluppata» si basa sulla produzione massiccia di decadenza, cioè su una perdita di valore e un degrado generalizzato sia delle merci, che l’accelerazione dell’«usa e getta» trasforma in rifiuti, sia degli uomini, elusi e licenziati dopo l’uso, dai presidenti e manager ai disoccupati, agli homeless, ai barboni e altri rifiuti umani.

L’odierno sistema economico sottolinea l’importanza di sostituire ai valori della società mercantile  quelli dell’altruismo, della reciprocità, della convivialità e del rispetto dell’ambiente.

 L’economista Jeremy Rifkin  individua nella Terza rivoluzione industriale la via verso un futuro più equo e sostenibile, dove centinaia di milioni di persone in tutto il mondo produrranno energia verde a casa, negli uffici e nelle fabbriche, e la condivideranno con gli altri, proprio come adesso condividono informazioni tramite Internet.

Il punto è che l’aumento della connettività ci sta rendendo sempre più consapevoli di tutti i rapporti che compongono un mondo così complesso e vario. Una nuova generazione sta cominciando a vedere il mondo sempre meno come un deposito di beni da espropriare e possedere, e sempre più come un labirinto di relazioni cui accedere. (Angela)

 

Bibliografia

Raj Patel- Il valore delle cose e le illusioni del capitalismo

Gianpaolo Fabris- La società post-crescita

Jeremy Rifkin, La civiltà dell’empatia


IL DIALOGO
Il vero dialogo è possibile solo quando entrambe le parti si impegnano a mantenere l’autocontrollo. Ma c’è un altro elemento essenziale senza il quale il dialogo diventa retorica manipolatoria: una rispettosa compassione dell’altro, per quanto possa essere culturalmente diverso da noi o sostenga interessi apparentemente opposti ai nostri. L’approccio buddista può, a mio avviso, spezzare i vincoli dei concetti astratti e del linguaggio che possono essere tanto distruttivi. Così liberati possiamo usare il linguaggio con la massima efficacia e intraprendere quel tipo di dialogo che crea il valore più grande e durevole. Il dialogo dev’essere il perno delle nostre attività, deve raggiungere tutte le persone, ovunque esse si trovino, per forgiare una nuova civiltà globale.Nichiren aveva una fiducia assoluta nel potere del linguaggio. Se più persone ricercassero il dialogo con la stessa incrollabile tenacia, gli inevitabili conflitti inerenti alla vita umana troverebbero di certo una più facile soluzione. Il pregiudizio cederebbe il passo alla solidarietà e la guerra lascerebbe il campo alla pace. Il dialogo autentico produce la trasformazione dei punti di vista contrastanti da cunei che allontanano le persone a ponti che le uniscono.Le qualità umane necessarie a mettere in pratica questo principio travalicano l’ambito della mera diplomazia; è un compito che richiede un’elevata condizione vitale. Il Bodhisattva della Terra descritto dal Sutra del Loto è una persona che si dedica a ristabilire un senso di armonia cosmica nella società contemporanea. In pratica ciò significa essere un maestro nell’arte del dialogo e un portabandiera del potere morbido. Il Sutra del Loto riassume le caratteristiche che questi bodhisattva devono possedere.
-Con salda forza di volontà e concentrazione,ricercano la saggezza con costanza e diligenza,espongono varie dottrine meravigliosee le loro menti sono libere dalla paura.
-Abili nel rispondere a difficili domande,le loro menti non conoscono la paura.Hanno coltivato con assiduità la perseveranza,sono fieri di dignità e di virtù.
-La paura erige barriere di avversione e discriminazione sotto forma di confini nazionali o di esclusione e discriminazione in base alla razza, alla religione, al genere, alla classe sociale, alle condizioni economiche o semplicemente alle preferenze personali. Come fece notare Lippmann, per sostenere e dissimulare i propri pregiudizi le persone dalla mente chiusa spesso riducono gli altri a stereotipi. È un atteggiamento che riflette un’indolenza mentale che impedisce di coltivare la comprensione e la fiducia reciproca e di sviluppare la perseveranza e la determinazione necessaria a poter dialogare.
Come la storia ci insegna, dalla pigrizia mentale alla violenza il passo è breve. Perciò, nel lodare i Bodhisattva della Terra per la loro totale assenza di paura, il sutra sta elogiandone gli sforzi per trascendere ogni barriera discriminatoria e la prontezza a lanciarsi nel dialogo senza esitare. Il tono di questo dialogo sarà adeguato, di volta in volta, ai bisogni e agli umori del momento. A volte le loro parole saranno simili a una brezza risanatrice, a volte a colpi sonori, a volte saranno come un suono di campane che risveglia e a volte come una spada che spezza le illusioni. I loro sforzi nel dialogo sono sostenuti dalla ferma convinzione nell’eguaglianza di tutte le persone, cioè nel fatto che ognuna possiede il potenziale per l’Illuminazione.È una profonda fede nell’umanità che ispira i Bodhisattva della Terra a dedicarsi costantemente al dialogo, nel tentativo di trovare un terreno comune e di armonizzare prospettive differenti.Tre sono gli aspetti che riassumono la personalità e la mentalità dei Bodhisattva della Terra:– la loro inflessibile severità con se stessi, come il freddo secco dell’inverno;– il calore e la capacità di abbracciare gli altri come una dolce brezza primaverile;– la capacità di affrontare il male senza compromessi, come un re leone.Solo chi possiede queste caratteristiche può essere un vero maestro del dialogo. Il bodhisattva promette di salvare gli altri e basa ogni sua azione su questa promessa, che è un’espressione spontanea di altruismo. Non è un semplice desiderio o una decisione espressa, ma un impegno definitivo al quale il bodhisattva dedica tutto se stesso. Il bodhisattva rifiuta di farsi dissuadere o scoraggiare dalle difficoltà intrinseche in questa sfida. Il Sutra del Loto parla del puro fiore di loto che sorge dalle acque dello stagno fangoso. Questa analogia illustra l’ottenimento di uno stato vitale puro e possente in mezzo alle realtà a volte degradanti della società umana. Il bodhisattva non cerca mai di evadere dalla realtà, né rinuncia a salvare coloro che soffrono; si butta a capofitto nelle acque tempestose della vita per aiutare ogni persona che sta affogando nella sofferenza a raggiungere il grande vascello della felicità.Daisaku Ikeda.

IL MURO

Ieri mi è capitato di andare sulla pagina del ministro Giulio Terzi ed ho trovato un post in cui si ricordava l’evento della caduta del muro di Berlino. Ho lasciato un mio commento e sono uscita augurandogli buona domenica.

Nella mente, però, un cassetto della memoria si è aperto su un altro evento importante capitato anni fa nella mia classe. Quell’anno insegnavo in una quarta della scuola primaria e la mattina il Dirigente scolastico mi aveva annunciato che durante la giornata sarebbe arrivata una collega tedesca che stava facendo delle ricerche sui metodi di studio nelle scuole italiane. Quel giorno ricorreva l’anniversario della caduta del muro di Berlino e decisi che avrei fatto una lezione su quell’argomento. Non mi preoccupai delle modalità da mettere in atto, anche perché il mio mestiere lo conoscevo molto bene, e decisi che avrei fatto un brain storming proprio sulla parola "muro".

Non vi voglio raccontare come si conduce un brain storming e quali strumenti sono attivati, vi dico solo che la lezione fu condotta tutta in inglese (la collega non conosceva l’Italiano) e i ragazzi accettarono di buon grado le difficoltà che avrebbero trovato, amavano le sfide, li faceva sentire grandi e forti. Erano  allenati al metodo e quando alla lavagna scrissi : What are the meanings of the word wall? In turn, you come to write your thoughts .Don’t worry about what you’ll write. Are accepted all opinions.

In classe si fece immediatamente un grande silenzio, quando i ragazzi pensano, non vanno disturbati. Sapevano che non potevano ripetere uno stesso pensiero, invece, potevano scrivere vicino “condivido”. Nel giro di mezz’ora riuscirono ad accordarsi e cominciarono a riflettere sui significati emersi cercandone un’applicazione  riferita a se stessi, sinceramente mi stupirono, perché della parola erano stati capaci di cogliere diversi punti di vista, ve ne riporto solo alcuni:

  • il muro di una casa (protezione, calore, sicurezza, famiglia)

  • il muro come confine tra due stati (rispetto dell’identità nazionale e culturale)

  • il muro che divide due persone (intolleranza, egoismo, sopraffazione, pensiero rigido, inflessibilità, chiusura).

Furono questi i significati che li guidarono poi nello studio storico di quel muro, ma la sopresa più grande per la collega fu, quando qualcuno affermò che in classe anche loro ripetevano gli stessi errori degli adulti, soprattutto nella mancanza di comprensione verso i più deboli, verso cui spesso e volentieri alzavano un muro difficile da abbattere specie quando ci si sente superiore e questa superiorità la fai sentire.

Questo bel ricordo se lo confronto con la realtà di oggi ho la certezza che l’unico significato rimasto, è quello della divisione e non credo di esagerare, anche se tutti parlano di unione. Nel momento in cui lo affermano, si comportano agendo diversamente, rifiutandosi di accettare sia il punto di vista degli altri, sia il rispetto per la libertà degli altri e imponendo solo la propria visione della realtà.

Ahimè, che peccato che questi adulti sono gli stessi che rovineranno quegli splendidi ragazzi di allora!  Chissà, forse qualche volta le cose belle restano per sempre, soprattutto se hanno donato modelli di una vita insieme dove si stava bene tutti.(Angela Baldi)

 

L'ONESTA'

Ero davvero molto piccola quando ho conosciuto questa parola…la ripeteva sempre mia madre e le dava un significato che mi è rimasto dentro per sempre. Lei amava dire: -Vedi tuo padre è un uomo onesto, per questo non abbiamo niente!-

Dentro di me pensavo  che doveva essere qualcosa di molto importante se, il non avere niente di mio padre, rendeva mia madre così orgogliosa di lui. E allora anch’io cominciai a pensare nello stesso modo…non hai niente però sei onesto, una grande qualità…ma quanta sofferenza e angoscia comportava per me e i miei fratelli ..la sua onestà interfacciata con la nostra rinuncia a tutto quello che gli altri bambini avevano…Mi rincuoravo pensando che tutto sommato gli altri non avevano l’onestà e che, quindi ,erano disonesti.

Dovevo arrivare ad essere più grande per raddrizzare il tiro, quando fu proprio mio padre che mi deluse, mettendomi di fronte ad una situazione di povertà dovuta più non all’onestà,  ma alla mancanza di lavoro, subìta per circostanze che non vi sto a raccontare, ma che servirono a dare un’altra visione dell’onestà…quella verso se stessi e le persone che ci sono accanto, una  responsabilità che si assume nel momento stesso in cui nasci e che cammina di pari passo con la coerenza.

Quando è arrivato il momento in cui ho cominciato a camminare da sola, mi tornavano in mente ancora le stesse raccomandazioni da parte di mia madre  su questa onestà che avrei dovuto mantenere ad ogni costo…la cosa cominciava a darmi parecchio fastidio ,soprattutto se mi guardavo indietro, e il risultato era che l’onestà certo non dava benessere e comodità.

Però chissà perché ,ogni volta che mi accadeva di trovarmi di fronte a qualcosa ,che mi poteva costringere a rinunciare al mio modo di essere, quelle parole mi tornavano in mente…beh è parecchio difficile fare il cammino di rinuncia in nome dell’onestà ,ma quando ti sei abituato, hai conquistato altro per te soltanto e difficilmente cambi e torni indietro.

 Ecco che la vita poi ti sommerge con tutte le sue esperienze e cominci a prendere colpi su colpi e ti passano accanto persone che proprio di onestà non parlano, anzi non sanno che cosa sia e tu passi per una esaltata o peggio ancora una stronza, addirittura una “incapace” di liberarsi degli insegnamenti ricevuti e ormai desueti.

Nel frattempo ti accorgi che gran parte della società è fatta di disonesti, anzi peggio ancora di ladri, di quelli che non guardano in faccia a nessuno pur di prendere il più possibile e arricchirsi a dismisura. Ti accorgi che l’unico  modello di vita di riferimento è fatto di questo..di disonestà perché l’unico che ti consente di avere, di apparire, di comandare ,di esserci ,mentre tutti gli altri gli onesti diventano invisibili, quasi inutili …

A cosa è servito, ti chiedi, aver vissuto rinunciando in nome di un valore che non esiste più????? Poi guardi dentro  te stessa e dici: è valsa la pena, perché ho davvero qualcosa che gli altri devono conquistare ancora e per questo è un bene prezioso. (Angela Baldi)

Siamo diversi

La caratteristica che contraddistingue gli esseri umani è la diversità, termine di reciprocità  come fondamento dell’agire quotidiano nell'instaurare le relazioni sociali. Questa diversità si evidenzia sin dal primo momento della costruzione dell'identità personale e si realizza in maniera progressiva e dinamica, ma anche in modo cangiante, multiforme e contrapposta.

 Per questo, diversità ed identità vanno considerate secondo rapporti di reciprocità, di inclusione e di dialogicità.

La diversità non è altro che l’identità che si delinea sia rispetto a se stesso in situazioni e momenti differenti di esistenza, sia rispetto alle altre persone, sia, ancora, rispetto ai modelli culturali di riferimento.

In questo senso,  l’identità e la diversità non possono non interagire con le istanze di partecipazione, di negoziazione e di duttilità, tipicamente umane.

 I più importanti significati di questa stretta convergenza sono:

1. Scoprire l'altro come detentore dei nostri stessi diritti, il che richiede la maturazione del senso di reciprocità.

2. Conoscere meglio se stessi, dal momento che i più alti livelli di autoconsapevolezza si possono raggiungere soltanto se consideriamo i messaggi e gli input che ci vengono dagli altri, sui quali costruiamo sin dai primi livelli la percezione, l’autocoscienza e l’autostima.

3. Comunicare e negoziare conoscenze e significati, che è un altro essenziale aspetto del processo di relazioni attraverso l'incontro con l'altro.

Il riconoscersi, nel disconoscersi dell'incontro, restituisce momenti di felicità intima, perché ognuno cambierà diventando se stesso e declinandosi nell'altro.

Le diversità culturali aprono l'orizzonte delle pluralità umane nel distinguersi dalle singolarità dei soggetti che agiscono e che pensano.

La diversità culturale autentica vive nelle relazioni interpersonali spontanee, nei canali dialogici, negli stili di vita, per la valorizzazione di una società ricca di differenze, di varietà e diversità in un mondo multirazziale e multilaterale, nell’insieme di valori che prevedono i diritti inalienabili e imprescindibili delle persone, sanciti dalle carte costituzionali democratiche, con una limitazione del potere politico, nella libertà della ricerca scientifica e della creazione artistica.

Il presupposto ed il fondamento della diversità culturale è la persona, in quanto singolarità irripetibile da cui si realizzano la famiglia, le comunità, le associazioni, le istituzioni e le relazioni umane.

In contrapposizione la storia del potere è costituita da centralizzazione, uniformazione ed espansione burocratica, di centri unici di comando, nel confine e nel limite che disconoscono il valore della diversità, nella concezione di un’uniformazione e un’omogeneità costituita da politiche piramidali.

L'uniformazione delle culture e dei popoli contrasterebbe l'evoluzione dell'umanità, mentre la differenziazione, la multilateralità, l'apertura al mondo, sono valori imprescindibili.

In un’economia che è sempre più fine a se stessa, la diversità culturale e biologica non trova spazio, schiacciata come è dall’aggressività della specie umana. È per questo che l'imposizione di un unico modello di vita e di trasformazione all’intero pianeta, quello imposto dalle esigenze di continua crescita delle moderne società occidentali, la monocultura estesa a tutto, minaccia di provocare a lungo andare l’autoestinzione della specie umana.

Lo straniero non ha un luogo, non si sente mai a casa propria, coinvolto in un'appartenenza fragile e ambigua dell'essere altrove, nella volontà di non essere assimilato, nell’erranza, dove il singolare ed il molteplice tornano ad unirsi in una pluralità irriducibile.

Occorre una pluralità di sovranità, in un'unione libera di persone e comunità che rispondano ai problemi della crisi del potere.(Angela Baldi)

 

Stereotipo e pregiudizio

Talvolta gli immigrati o i rifugiati sono vissuti dal Paese che li accoglie come un peso economico e sociale, mentre molto spesso essi sono in grado di apportare un contributo notevole a chi li ospita.

Qualcuno addirittura, grazie al suo talento, può riuscire ad affermarsi, a ricoprire un ruolo di particolare rilievo e può diventare un elemento importante della società che l'ha accolto, entrando a far parte di quel paese o dell’intera umanità.

Uno dei casi più famosi è quello del genio della fisica Albert Einstein che era un rifugiato costretto a espatriare dalle persecuzioni razziali.  Rifugiati sono stati almeno per un periodo della loro vita lo scrittore Victor Hugo, Giuseppe Garibaldi, lo scienziato Enrico Fermi, il Dalai Lama e molti e molti altri ancora.

L’accoglienza oggi riservata allo straniero non è immune da una conoscenza fatta di stereotipi veicolati da pregiudizi.

Lo “straniero”con la sua situazione di precarietà, fanno riemergere il ricordo e la paura delle perdite di certe sicurezze (la casa, il lavoro, gli affetti familiari) e con essa anche il senso del fallimento, l’immagine infantile di essere disprezzato, indesiderato e non amato, che ciascuno di noi porta nel profondo.

Stereotipo e pregiudizio sono collegati: lo stereotipo può essere definito come la rappresentazione mentale di un pregiudizio; è il nucleo cognitivo del pregiudizio, vale a dire l’insieme degli elementi d'informazione e delle credenze circa una certa categoria di oggetti, rielaborati in un’immagine in grado di sostenere e riprodurre il pregiudizio nei loro confronti.

Le persone o i gruppi si creano un’immagine degli altri, in conformità a inadeguate informazioni, con determinate caratteristiche negative che permetterà di disprezzarli per certe caratteristiche reali, che sono esagerate, ma non inventate(stereotipo). A esse poi sono associate opinioni e sentimenti negativi sostenuti perfino di fronte alla prova del contrario.

Possiamo ritenere che è un errore rapportarci a una persona di un’altra nazionalità senza tener conto delle sue specifiche caratteristiche d'individuo e attribuendogli caratteristiche del gruppo nazionale, ma spesso c’è un’alta probabilità di trovare nell’interlocutore alcuni caratteri tipici della sua nazionalità e perciò lo stereotipo può funzionare, in assenza di altre informazioni, come efficace strumento di previsione e di orientamento nell’azione.

Succede ancora oggi, per esempio, di ascoltare definizioni del tipo “italiano pizza,spaghetti e mandolino” per descrivere l’italiano tipico; quando non si arrivano a semplificazioni ancora più brutali e offensive, quali “italiani tutti mafiosi”.

Questa è un’immagine semplicistica e anacronistica legata al passato e, dove l’isolamento di una caratteristica dell’abitante (quella che diverte o affascina di più) diventa il tutto, vale a dire si estende all’intera popolazione.

Quasi mai lo stereotipo cui facciamo ricorso, per delineare un rom, un marocchino, un indiano, un albanese è considerato corretto e realistico perché riviene da un pregiudizio, ossia un giudizio espresso apriori in assenza di dati sufficienti, privato dell’esperienza.

Riassumendo, potremmo affermare che i principali fattori che determinano l’emergere di stereotipi e pregiudizi sono :

a)- caratteristiche e limiti propri del sistema cognitivo, che ha da un lato la necessità di semplificare la realtà, dall’altro l’esigenza di nutrire attese nei confronti di persone .
b)- Bisogno di appartenenza che spinge a riconoscerci in gruppi dei nostri simili e a nutrire un’avversione apparentemente spontanea verso chi non condivide la nostra cultura.(Angela)

LA VERGOGNA

Sono tante le parole che si  spendono nel web per condannare tutte le brutture alle quali assistiamo senza che possiamo fare qualcosa per cambiarle.
E sono solo parole perchè le nostre azioni sembrano non dare alcun risultato e ci rendiamo sempre più conto di essere in una posizione di stallo, ma non solo in Italia...uno sguardo più allargato ci fa vedere che anche il resto del mondo è in brutte acque...
I politici la chiamano crisi mondiale e se ragioniamo bene in fondo è proprio così..una crisi che investe tutti ...ma chi l'ha provocata questa crisi.
La crisi mondiale non ci mostra ricchi che stanno soffrendo, ma solo tanti tanti poveri senza mezzi per sopravvivere e che sono i soli a sentire questa crisi della quale parlano i politici.Certamente qualcosa manca a questo mosaico, non sono stati certamente i poveri a causare la crisi mondiale, non sono stati coloro che hanno sempre e solo preso le briciole a mandare in crisi l'economia e fare aumentare i prezzi in maniera vertiginosa che più in alto di così non si può andare. I politici continuano a girarci intorno creando una situazione di grave disagio esistenziale, una manovra per far zittire tutti, per far credere che dobbiamo continuare a fare sacrifici per salvare l'economia, le industrie, il deficit monetario...non sappiamo più quante altre rinunce si debbano fare e sempre da parte di chi ha molto poco.
E' facile così fare politica..chiedere agli operai e ai lavoratori dipendenti di pagare le tasse, di rinunciare agli aumenti di stipendi, stipulare rinnovi di contratti capestri...far zittire il dissenso come se fosse un male  da eliminare e tutto perchè: c'è il padrone che te lo ordina e il padrone ha il volto del capo di governo, del ministro dell'economia, del capo dell'industria, del proprietario delle banche e delle multinazionali che certo non hanno problemi ad arrivare alla fine del mese e il loro lavoro???? Facile facile..comandare e farsi ubbidire da una massa di persone che non ci capisce più nulla di quello che accade...è allo sbando completo in uno stato di ipnosi dove capisce solo quello che gli ripetono da un pò di anni: c'è la crisi ..non puoi ribellarti, devi rinunciare a tutto anche ai tuoi diritti...
Vergogna ..mille volte vergogna..la crisi c'è solo per i lavoratori, per tutti gli altri c'è sempre una scappatoia per rubare ai poveri e stare bene...portare i guadagni e le industrie all'estero e arricchirsi in modo smodato, amorale, senza ritegno e senza pagare tasse facendo credere che è anche per il nostro bene...svegliatevi non si può continuare a subire, non si può continuare a sentirsi ripetere che stanno lavorando per noi mentre ci rubano anche l'anima e i pensieri...vergogna sempre che siano capaci di farlo, visto che uomini di malaffare sono al governo e vi fanno credere che non è vero e che sono menzogne.
Bisogna riprendersi i propri diritti tutti insieme abbattendo anche i confini tra le nazioni perchè i lavoratori sono sfruttati ovunque e non lasciatevi ancora convincere che i posti di lavoro non ci sono perchè qualcuno è venuto da fuori a rubarvelo...non è vero è una sporca bugia come tante...i posti di lavoro non ci sono perchè sono incapaci di crearli,i padroni pensano solo al proprio tornaconto, la fame nel mondo c'è perchè hanno ridotto nazioni ricche di risorse in poveri affamati dipendenti dalla tavola dei più ricchi.
La verità ricordatevelo è una sola: una comunità funziona se tutti i componenti sono inclusi e condividono tutto equamente...quando questo non avviene, la comunità degli uomini è stata divisa perchè una parte è ridotta al rango di schiavi da una classe di prepotenti e arrivisti.
Vergogna..hanno ucciso gli ideali e i valori più importanti della vita e questo non è perdonabile...vergogna anche per quelli che hanno pensato che si può sostituire la giustizia con il Dio denaro..che si può sostituire l'amore e la solidarietà con l'egoismo ...vergogna anche per noi che stiamo dormendo e abbiamo dimenticato che ogni uomo ha un sogno e non si possono uccidere i sogni.(Angela)

LA VIOLENZA

La violenza in generale è un'azione molto intensa che ha come fine il recare danno grave a una o più persone o animali e compiuta da una o più persone che operano sinergicamente. (Wikipedia)

Il danno che ne deriva non è solo di natura fisica,  lo è anche di natura psichica come nella minaccia, nel plagio, nell'imposizione d'autorità contro la volontà del soggetto; si esprime in un'attività chiamata coercizione o coartazione, in termini immediati, a lunga scadenza, subdolamente, con secondi fini. In tutti questi casi la violenza ha lo scopo di indurre nell'altro comportamenti che altrimenti non avrebbe.

La sociologia  analizza varie forme di violenza, fra le quali i modelli più frequenti sono la violenza diretta, la violenza strutturale e la violenza culturale. Contrapposto a ciò vi è lo stato di natura in cui la violenza non è prerogativa di un singolo attore, la nostra società può essere percepita come la razionalizzazione degli istinti e  della violenza al suo interno. E’ diffusa maggiormente negli ultimi tempi la violenza sessuale su donne e bambini.(violenza che spesso è nascosta dalle vittime per la paura di ulteriori ritorsioni)

Si può considerare violenza ogni abuso di potere e controllo che si manifesta attraverso il sopruso fisico, sessuale, psicologico, economico. Questi diversi tipi di violenza possono presentarsi isolatamente, ma spesso sono combinati insieme: ciò accade soprattutto quando conosciamo chi usa violenza e siamo legate a lui da un rapporto affettivo . Anche nelle aggressioni subite da estranei tuttavia la violenza fisica si può accompagnare a minacce, umiliazioni,  limitazione della libertà di movimento.

Le aggressioni possono essere evidenti (spinte, calci, pugni...), ma a volte sono più sottili, si rivolgono a qualcosa a cui tieni (animali, oggetti, i tuoi vestiti...), ai mobili della casa, a qualcosa che ti è necessario (i documenti, il permesso di soggiorno).Ma c’è la violenza psicologica in cui ritroviamo ogni mancanza di rispetto che offende e mortifica la dignità, ti critica costantemente, ti umilia, ti rende ridicola davanti agli altri, ti insulta...ti segue, controlla i tuoi spostamenti...ti impedisce di vedere i tuoi amici o i tuoi familiari...minaccia di fare del male a te o alla tua famiglia...

a volte minaccia di fare del male a se stesso, o di uccidersi, se le cose non vanno come vuole.

Contariamente a quanto si pensa la maggior parte delle violenze sessuali è opera di persone conosciute: ex partner, amici, vicini di casa, colleghi o persone con le quali esiste un rapporto e che si sentono autorizzati a non rispettare i nostri "no", in qualunque momento essi vengano pronunciati.

Come possiamo spiegare la violenza che domina e avvelena tutta la società, la famiglia, i singoli?

 I motivi sono diversi e le spinte verso il ricorso ad essa sono egualmente svariati: motivi di interesse economico, di interesse politico, e così via. Una sola spiegazione appare però certa e fondamentale: lo scarso valore dato alla vita e all'esistenza dell'uomo che affonda le sue radici in quella concezione che vede l'uomo, padrone del mondo, al centro dell'universo, capace di disporre la realtà esterna a proprio piacimento e di conseguenza agisce per ribaltare tutto quanto la società aveva costruito fino allora nell'ambito della morale, del diritto, delle regole di condotta in genere.

 La violenza come mezzo di evasione e di ribellione ai quadri sociali esistenti, alla necessità del facile guadagno, al disprezzo per la vita. Questo clima ha arrecato un affievolimento persino dei vincoli familiari, alla violenza contro tutti e anche contro se stessi.(Angela)

IL DIRITTO DI ESSERE UOMO

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo trova fondamento nel valore cardine che l'essere umano è inteso in senso globale e universale, nessuno escluso.

Potrebbe sembrare un'inutile precisazione, ma l'indicazione della totalità non include poi realmente tutti gli esseri umani.

Come principio di uguaglianza trova fondamento in questa inclusione il concetto che l'umanità è intesa come l'insieme di tutti gli esseri umani, nessun escluso e solo in questo caso è possibile parlare di uguaglianza di diritti.

 Nell'ambito di quest'umanità globale è possibile attuare il diritto di uguaglianza e le libertà individuali.

Nella visione globale del diritto universale si ha la concezione dell'uomo come essere che agisce, è responsabile, volitivo, sensibile. Fintanto che anche una sola di tali caratteristiche è presente, l'uomo esiste.

Il diritto alla libertà si fonda sulla considerazione che l'uomo è un essere volitivo e responsabile in grado di agire, gestire le proprie azioni e di comprenderne le conseguenze.

Il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, e dei loro diritti, uguali e inalienabili, può costruire le basi per un mondo di convivenza pacifica con un richiamo forte alla fratellanza. E' un richiamo a una condizione umana e affettiva, un richiamo al sentimento che più unisce i simili tra loro, è un legame di sangue e di origine, di condivisione e di reciprocità, di appartenenza e relazione.

E' il riconoscimento dell'uguale natura e della medesima provenienza degli uomini. 

 La fratellanza non è solo un concetto, é un principio statico perché impone un'azione, un avvicinamento, un agire verso e per. Immutabile è il valore universale insito nell'uomo: la sua dignità.

 Il significato di dignità umana è un concetto giuridico?

La Dichiarazione universale contiene norme valevoli nei confronti di tutte le genti, principi etici cui si pretende che gli Stati si uniformino al fine di essere assunti nella comunità internazionale. I diritti inalienabili in essa contenuti sono tali in senso assoluto e perciò anche al di fuori di un ordinamento statale che li riconosca.

I diritti inalienabili dell'uomo sono perciò la garanzia della tutela della dignità umana, l'esercizio della legalità non è sufficiente, il rispetto delle regole e delle procedure costruisce un equilibrio tra diritti, ma non realizza la pienezza della persona che si raggiunge solo attraverso la giustizia, che è un valore etico universale.

L'obbligo di protezione dei governanti nei confronti dei governati impone la tutela dei cittadini da ogni attacco alla vita, alla salute, alla dignità, principio di responsabilità di proteggere che è un'esplicazione del principio di solidarietà.

 La protezione e il diritto-dovere di proteggere i propri membri sono la funzione primaria della famiglia che si riflette nella famiglia universale di cui ciascun uomo fa parte.(Angela)